Cristiani non si nasce, si diventa!
Padre Renato, giovane saveriano di Ghedi, è missionario in Giappone. Attualmente è a Roma, per un corso di specializzazione. Siamo felici di pubblicare questo suo racconto.
Rivedendo il percorso della mia vita, mi sento sopraffatto dalle varie esperienze vissute, a cominciare dagli inizi, nel 1982, quando decisi di entrare tra i missionari saveriani a Brescia. E pensare che da piccolo non avevo mai fatto neppure il chierichetto…
Una volta ordinato sacerdote, sono diventato sempre più uno strumento di Dio, che fa scorrere la sua grazia per tutti. Nei 15 anni trascorsi in Giappone sono stato in tre comunità cristiane, con le quali ho svolto attività missionaria e testimonianza del vangelo nella vita quotidiana.
Il vangelo ogni giorno
Una delle tante cose importanti imparate dai cristiani giapponesi è la lettura, la familiarità con la Bibbia e il suo utilizzo nella preghiera.
La lettura della Bibbia non è limitata alla Messa, dove ci viene proclamata da qualcuno. In Giappone è normale partecipare a gruppi biblici di studio e condivisione, ad esempio intorno al vangelo della domenica.
Ogni cristiano ha la propria Bibbia. C’è chi l’ha rivestita di una bella copertina fatta a mano, chi invece ha evidenziato con pennarelli di diversi colori le espressioni che lo hanno colpito durante un ritiro, un incontro di studio o di preghiera... C’è chi l’ha posta in bella vista e a portata di mano nella propria casa, e c’è chi l’ha scaricata sul suo smartphone.
La domenica giapponese
Andare a Messa la domenica non è questione di abitudine o di tradizione.
È una scelta, che spesso i cristiani giapponesi non possono neppure eseguire, perché in Giappone la domenica non è giorno di riposo; è giorno di lavoro, di scuola, di attività nel quartiere…
Praticamente c’è bisogno di un mezzo di trasporto: servono almeno 10-15 minuti in macchina oppure un’ora di autobus. In parrocchia spesso si celebra una sola Messa e c’è un solo prete. In attesa dell’inizio della Messa, molti leggono le letture del giorno dal foglietto domenicale. Dopo la Messa non si scappa dalla chiesa né si corre subito a casa, ma ci si ferma a parlare.
Tertulliano diceva: “Cristiani non si nasce, si diventa”. Questa frase esprime molto bene il continuo processo di crescita a cui siamo chiamati nella fede, compagna della nostra vita.
Il nuovo anno possa essere per noi l’occasione e il tempo propizio per crescere in una fede adulta e gioiosa, da condividere con gli altri.
Perciò vorrei fare una proposta: la parola di Dio che viene proclamata ogni domenica, perché non continuare a leggerla personalmente anche durante la settimana?