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I saveriani oggi nel mondo, La nostra parte di missione

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Nell'ultimo capitolo generale (luglio 2007), ci siamo resi maggiormente conto che oggi la missione esige una nuova figura di saveriano, nuova creatività e nuova carica spirituale. Oggi la missione deve essere "più discreta, solidale, propositiva, fondata più sull'essere che sul fare". Come saveriani desideriamo essere adatti ai tempi attuali e bravi, così che tutti possano avere da noi buon esempio e aiuto.

Ecco, in sintesi, come cerchiamo di essere missionari nel mondo.

Africa: continente del futuro

In Africa i saveriani profondono molte energie e ricevono anche molte soddisfazioni: grande è il numero dei catecumeni, notevole è l'impegno dei laici, continua è la richiesta della nostra presenza. L'Africa è anche il continente che sta dando futuro alla nostra congregazione attraverso molte vocazioni.

Le zone dove lavoriamo sono le medesime, ma preoccupa in modo particolare la situazione politica instabile della repubblica democratica del Congo, nella quale la guerra interna continua a causare vittime e povertà. Forse apriremo una nuova zona di lavoro in Sierra Leone, mentre in Camerun è iniziato un Centro di studi africani per aiutare i missionari, i religiosi e le religiose a trovare metodi di evangelizzazione sempre più efficaci.

Asia: dialogo e annuncio

In Asia abbiamo più difficoltà che negli altri continenti. Giappone, Taiwan e Filippine permettono l'attività missionaria e la chiesa è ben voluta dalla società. Ma non è così facile in Bangladesh, Indonesia e Cina. A questo si aggiungono le calamità naturali (tifoni, inondazioni e terremoti) che hanno gravemente colpito Indonesia, Bangladesh e Filippine. I saveriani lavorano con costanza e non si scoraggiano.

Continua anche l'impegno di trovare nuove vocazioni missionarie e l'Indonesia è una regione che sta dando molto alla congregazione. In Asia siamo impegnati anche nel dialogo interreligioso e nel dialogo con le culture: questo è un mezzo importante per conoscere bene i popoli tra i quali lavoriamo, per gustare la loro ricchezza religiosa e per far conoscere i contenuti della fede in Gesù Cristo.

America Latina: per il mondo

È un campo di lavoro vastissimo e ricco di attività. Colombia, Amazzonia e Brasile del sud, assieme a grandi parrocchie, presentano ai missionari anche notevoli problemi di carattere sociale: povertà, violenza, ingiustizie. Il Messico ha donato e sta dando alla congregazione tante vocazioni missionarie. I saveriani sono molto amati, anche per il costante e delicato lavoro che svolgono nell'educazione scolastica e morale dei giovani.

Sentiamo il compito di rendere sempre più missionaria la chiesa dell'America latina, in modo che si apra maggiormente a tutto il mondo. Per questo tutti i saveriani sono impegnati anche a trovare vocazioni e ne sono arrivate da tutte queste nazioni.

Europa-Usa: grande difficoltà

Sembrerà strano, ma l'Occidente cristiano è per noi l'area più difficile: con difficoltà si riescono ad avere piccoli risultati e i missionari fanno difficoltà ad accettare di lavorarvi. L'Italia, in modo speciale, è impegnata non solo ad accogliere e curare tanti confratelli che necessitano di cure speciali, ma anche in attività di utilità comune a tutta la congregazione, come le comunità di Brescia, Parma, Roma e Tavernerio.

Stati Uniti, Spagna e Gran Bretagna vivono un periodo di secolarizzazione e la proposta vocazionale non fa presa tra i giovani. Anche l'Italia è quasi priva di vocazioni, nonostante l'impegno di vari confratelli che si dedicano a tempo pieno a questa attività: c'è una nascosta diffidenza per ciò che è religioso e che richiede il dono totale della propria vita. Ma anche in queste nazioni "difficili" i saveriani non si danno per vinti e continuano a lavorare nella vigna del Signore. E chiediamo a voi tutti di pregare affinché ognuno di noi sia un missionario buono e fedele.

"Faccio la mia parte"

Termino con una favola. Durante un incendio nella foresta, mentre tutti fuggivano, un colibrì volava in senso contrario con una goccia d'acqua nel becco. "Cosa credi di fare?", gli chiese il leone con un sogghigno di irrisione. Il colibrì proseguendo il suo volo rispose: "Io faccio la mia parte".

Ecco, facciamo tutti la nostra parte per la missione: non è mai piccola o inutile, se è fatta con amore e coscienza.



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