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I giovani leoni e l’ottobre missionario

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Ritornando con il pensiero agli anni del seminario e alle vacanze estive che si vivevano per un breve periodo in famiglia, ricordo i libretti di meditazione. Ci venivano consegnati e contenevano una serie di riflessioni che ci dovevano accompagnare ogni giorno. Era un sussidio per vivere bene quel tempo speciale delle vacanze perché, come dicevano i padri spirituali, il diavolo non va in vacanza.

La mattina, dopo la Messa, ci fermavamo una mezz’ora in chiesa e tutti noi seminaristi (in quegli anni ‘70 eravamo una trentina), con il nostro bel libretto, seri e concentrati, leggevamo quelle pagine che avrebbero dovuto elevarci spiritualmente. Di tutti quei bei libretti ricordo un paio di titoli: Lettere dal deserto e Al di là delle cose di Carlo Carretto. Soprattutto ricordo una frase che mi colpì molto. In un testo che parlava della vita missionaria, l’autore, citando i missionari anziani e malati, scriveva: “Ricordatevi che questi vecchi missionari sono stati dei giovani leoni”.

Certo, perché tutti i missionari conosciuti nel tempo hanno vissuto spesso una vita pericolosa, che non portava in tasca nulla, almeno agli occhi del mondo. Ma loro la vivevano intensamente perché avevano un tesoro da donare. Lo scorso anno, abbiamo perso tre missionari: p. Angelo Pansa, p. Mario Tirloni e p. Giulio Simoncelli; quest’ultimo è riuscito a morire in Africa tra la sua gente. Erano anziani, ma ancora conservavano una luce speciale nei loro occhi, una luce che aveva sostenuto decenni di vita missionaria in Congo RD e in Brasile. Nel mese dedicato alle missioni, desideravo fare ricordo di queste belle persone che per poco tempo, purtroppo, hanno incrociato la vita della nostra comunità.

Ciascuno ha lasciato un segno profondo e particolare, ma era chiaro che avessero nel cuore la vita missionaria tra gente bisognosa di loro e dell’amore di Gesù che portavano con l’Eucaristia, le liturgie e con la semplicità del santo Rosario.
Ottobre è anche il mese del Santo Rosario e non dimentico le Ave Maria che ho visto scivolare dalle loro mani con i grani dei rosari. Un esempio per noi tutti noi e per quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerli.



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