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Una mostra provocante a Bolano

La comunità parrocchiale di Bolano sta preparando una mostra, che sarà possibile visitare dal 14 al 16 giugno. “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome accoglie me”: queste parole di Gesù sono il filo conduttore della mostra.

Il bambino martire

La chiesa di Bolano è dedicata a san Quirico, un santo martire bambino. Questo ha spinto ragazzi  e adulti a riflettere sulla situazione dei bambini nel mondo, a esaminare come sono trattati i bambini, non solo in paesi lontani o nelle famiglie di immigrati, ma anche nella società italiana e nelle nostre famiglie.

Quasi tutti i paesi del mondo hanno accettato la Convenzione sui diritti dei bambini. Tuttavia, milioni di bambini continuano a essere vittime di miseria e malattie, di guerre, di prostituzione e sfruttamento.

“Tutti sono sconfitti”

Tanti potevano essere i modi per dare a tutti loro una voce. Si potevano usare le parole di giornalisti, di missionari e volontari, di scrittori e fotografi… Ma nessuna parola può sconvolgere e coinvolgere come la parola di chi porta con sé la sofferenza causata dalle scelte altrui.

Perciò giovani e adulti si sono messi alla ricerca di testimonianze personali. Usando internet, riviste e video, hanno trovato tante storie diverse che esprimono violenza e sofferenza.

Come esempio, c’è la storia di Eliza: “Guerra… suona terribile; ed è veramente difficile descrivere quanto è orribile viverne una. Il tuo mondo va in pezzi, tutto ciò che ti è familiare viene meno. La sola cosa che provi è la paura, la sola cosa che vedi è la morte… Non ci sono vincitori, tutti sono sconfitti”.

Incominciamo io e te

Leggendo parole così drammatiche, non puoi semplicemente dire: “che peccato… poverina!”. Non ha senso rattristarsi per una situazione e non fare nulla per cambiarla. Non ha senso criticare le ingiustizie e non sapere cosa c’è dietro ai giocattoli di tuo figlio, ai tappeti che hai in casa, ai gioielli che indossi…

Perché tutto questo non è una favola né una fiction. Fa parte della realtà del mondo attuale. Un giornalista domandò a  madre Teresa di Calcutta: “Ma insomma, questo mondo va così male… Cosa possiamo fare per migliorarlo?”. Madre Teresa rispose: “Ah, guardi, semplicissimo: cominciamo da me e da lei!”.

Uno stile di vita

La mostra quindi non vuole essere una chiacchierata come si fa al bar o davanti la porta di casa, o forse a volte anche nei nostri gruppi parrocchiali. Vuole essere un’occasione non solo per dar voce a chi non ha voce, ma anche per provocare chi la visita e chi la sta preparando. Il nostro incontro con Cristo non si limiti a qualche momento della vita; ma diventi il nostro stile di vita.



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