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Grazie, caro don Elio Testa!

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Canonico della cattedrale e parroco emerito della parrocchia cittadina della Beata Vergine di Caravaggio, don Elio Testa si è spento a Cremona, all’età di 91 anni, lunedì 20 ottobre. Uomo di grande spessore umano e spirituale, aveva affidato a un semplice slogan il progetto della sua vita: “Pregando con Dio cammini nella carità dei fratelli”.

Nella sua omelia, mons. Dante Lafranconi ha ripercorso questo itinerario, riferendosi ad alcune caratteristiche fondamentali del suo ministero sacerdotale.

Le sue qualità sacerdotali

Uomo di preghiera, affidava a Dio la pienezza del suo ministero:

“Mi inginocchio davanti a Dio per poter restare in piedi davanti agli uomini”, era solito dire.

Assiduo al confessionale, dispensatore della misericordia di Dio, ha sempre sottolineato l’importanza del sacramento della riconciliazione per guarire le ferite dell’anima. Attento ai fratelli più provati dal dolore, è stato sempre vicino ai sofferenti con sensibilità e delicatezza esemplari. Grazie a don Elio, la sottosezione cremonese dell’Unitalsi, di cui era assistente, ha fatto un percorso spirituale molto profondo.

Persona positiva e cordiale, non c’era nessuno che avvicinandosi a lui non si sentisse rinfrancato e incoraggiato.

Devoto della Madonna, a Lei aveva dedicato le chiese che aveva contribuito a costruire: Madonna di Lourdes, a San Matteo delle Chiaviche, e Beata Vergine di Caravaggio, in città. Particolarmente legato al santuario di Lourdes, guidò molti pellegrinaggi tanto che il vescovo della cittadina francese lo insignì del titolo di “cappellano onorario” della grotta di Lourdes.

Non possiamo dimenticare la dimensione missionaria della sua azione pastorale. Ha certamente fatte sue le parole di papa Francesco quando richiama l’attenzione dei fedeli e delle comunità sulla centralità dell’impegno missionario, per raggiungere le periferie, tutto ciò che è distante da noi, a livello esistenziale. Voleva bene ai missionari saveriani, che invitava spesso nella sua parrocchia.

Diceva: “Cosa possono fare i missionari, se dietro a loro le comunità cristiane rimangono inerti e indifferenti?”.

Grazie, don Elio, per averci accompagnato per un lungo tratto della nostra storia saveriana in terra cremonese, per averci sempre incoraggiato a non abbandonare la strada della missione.

“A Maria, modello di evangelizzazione umile e gioiosa, rivolgiamo la nostra preghiera, perché la chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un nuovo mondo”.



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