Fratel Roberto Mancini, speciale semplicità (Subiaco-RM 6.12.1927 Jakarta 1.4.2020)
Fratel Mancini è salito al cielo lontano dai pericoli del Covid-19, ma fa parte di quel gruppo di “fratelli saveriani” che si sono spesi fino all’ultimo. Lo ricorda lo studente saveriano Handrianus Masri.
Nel 2012 ero al secondo anno di filosofia. Un sabato ero andato a Bintaro e, come al solito, andavo a trovare fratel Mancini nella sua stanza. Stava incollando le fotografie della sua famiglia su un foglio bianco. Ha iniziato a spiegarmi chi erano le persone ritratte. Per più di un'ora l’ho ascoltato, applicando la lezione della mia direzione spirituale su ascoltare come un modo di amare. Però, dopo più di un'ora, la mia pazienza è venuta meno. I miei occhi erano fissi su di lui, ma il mio cuore non lo era più. Quando ho osato dirgli che dovevo andarmene, lui aprì l'armadio. Improvvisamente, i miei occhi, il mio cuore e la mia mente si sono aperti. Ho visto i suoi pochi vestiti custoditi nel guardaroba. Avrei mai potuto emulare il suo modo di vivere? Poi, ha preso uno spazzolino da denti e un paio di piccole batterie. Mi ha chiesto qual fosse per me il significato dei due oggetti. Ho risposto spontaneamente che lo spazzolino mi pulisce i denti e le batterie servono per la sveglia. Lui, soddisfatto, ha aggiunto: “Lo spazzolino è anche per ricordare la pulizia. Se ti capita di diventare 'sporco', ricorda che c'è Qualcuno che può pulirti, ma ha bisogno anche del tuo aiuto. La batteria per la sveglia, ti ricorderà che è tempo di pregare, mangiare, lavorare. Riporta all'autodisciplina. E se la usi per una torcia, ti aiuterà a illuminare nel buio. Questi sono i miei doni per te".
Fratel Mancini era davvero una persona semplice. Ma nella sua semplicità è diventato una figura speciale. Il suo cuore era speciale, il dono di sé, il servizio alla famiglia saveriana e alle altre persone erano speciali, la sua vita spirituale e il suo spirito missionario erano speciali. Grazie per quello che mi hai insegnato.