Forse Cristo vive proprio lì..., Dal Brasile: riflessioni
Siamo arrivati nel 2010. Quello trascorso è stato un anno difficile, con l'avvento della "crisi mondiale" che ha fatto aumentare il numero delle persone che vivono la fame. Nonostante tutto, Gesù ci ricorda che alla fine quello che conta è la possibilità e capacità di ripartire. Per questo, vi racconto alcune esperienze vissute nel 2009, in contatto con alcune situazioni particolari.
Nella bocca della tigre
Ho visitato le carceri giovanili in varie regioni del Brasile, nelle quali ho trovato vere e proprie carneficine. Una generazione di adolescenti buttati dentro a topaie, vittime non solo della loro storia personale e famigliare, ma anche della storia di un paese tra i peggiori come situazione carceraria e distribuzione del reddito.
Forse Gesù vive sulla schiena torturata di un adolescente carcerato, picchiato dagli altri adolescenti in una "cella" di dieci metri quadrati, senza finestre né ventilazione, dove ogni minuto vissuto è dono della Provvidenza. Il bagno è un buco: le pareti puzzano, non si respira... La cella è chiamata bocca di tigre. Qui due settimane prima erano stati uccisi violentemente altri due adolescenti.
Se vivere è sopravvivere
Eppure questi esseri umani sopravvivono. Sopravvivono alla polizia che passa sopra la grata che chiude la parte superiore del piccolo cortile della prigione, sbattendo i manganelli per fare un rumore... torturante.
Noi abbiamo parlato con loro. Alla fin fine, anche quelli che sono rinchiusi in 20 dentro a un container, ci parlano ed esprimono un'essenziale voglia di vivere. Ma come vivere trattati peggio dei cani? Forse i veri cani sono gli adulti che si sono dimenticati che un giorno anche loro sono stati bambini e adolescenti. Forse dovrebbero capire che nessuno sceglie di nascere povero o ladro, prostituta o spacciatore... Forse proprio in queste prigioni, dimenticate dal mondo e da chi ci sta dentro, nasce e vive Gesù.
Chi non può più scegliere
Al confine con Colombia e Perù, ho visitato alcune tribù di indio, ancora legati alle loro tradizioni. Penso ai bambini che mi guardavano e che non potranno più scegliere di vivere nella loro terra, perché il mondo del consumo non lo permette più. Anche gli indio sono obbligati a globalizzarsi per difendersi e garantire la propria vita.
Ho visitato ospedali con file di persone che aspettano la visita di un medico che nemmeno li guarderà in faccia; dove ogni giorno passa macabra la morte imposta, come quella dei 22 adolescenti ammazzati ogni giorno in Brasile. L'Onu calcola che entro il 2012 in Brasile avremo l'omicidio di circa 33.000 adolescenti.
Tutto questo ci ricorda che Gesù deve ancora rinascere là dove, alla fin fine, anche Lui muore.