Esercizi spirituali dei saveriani
Predicatrice degli esercizi spirituali dei saveriani, nella casa di S. Pietro in Vincoli, è stata suor Chiara Elisabetta; arrivava dal monastero delle clarisse di Sant’Agata Feltria. Qui era entrata per la prima volta con i blu jeans e la chitarra nel 1983, quando era una studentessa di medicina.
Tutto è iniziato un lunedì di Pasqua, quando con un sacerdote visita il convento delle clarisse di Albano Laziale. Rimane sorpresa di incontrare delle suore felici, e così comincia a frequentare gli incontri dalle clarisse, fin quando una domenica le trova tristi, perché ne erano partite tre per ri-vitalizzare il monastero di Sant’Agata Feltria, da 25 anni senza novizie.
Una storia incredibile
Lei aveva la patente di guida e si offre di fare l’ambasciatrice; impara a conoscere la strada del convento finché decide di entrarvi come novizia. Giocando a pallone nel cortile del convento con la maestra, frantuma una statua facendo disperare la madre vicaria. Chiede l’incarico del giardinaggio, ma dando il veleno ai pidocchi delle rose, controvento, si ammala di un’allergia.
Durante un incontro a Grottamare Marche, incontra un professore di ebraico che comincia a insegnarle i salmi in ebraico, passione che la guarisce dall’allergia e rafforza la sua vocazione fino a diventare badessa. In dieci anni come superiora, ha modernizzato la spiritualità del convento con la riflessione sui salmi nella preghiera, l’apertura del convento per la predicazione dei ritiri spirituali, la recita individuale del rosario e la riduzione del numero di statue in convento!
Camminiamo in cordata
Suor Chiara Elisabetta ci ha guidato nella meditazione sui “salmi della salita” delle donne all’interno del tempio: dal salmo n. 120 al n. 134. È stata per noi una preparazione all’anno santo della misericordia e una riflessione sul cammino della vita religiosa missionaria. La proiezione dei dipinti del Caravaggio, la deposizione di Gesù dalla Croce e i discepoli di Emmaus, ci hanno fatto vivere l’ottavario pasquale.
I salmi meditati riguardano il cammino dal caos dell’inimicizia al ritrovarsi assieme come fratelli nella gioia, perché nella creazione Dio vide che tutto era bello.
Nel pellegrinaggio, noi attraversiamo i guadi del male, le banalità della vita, il buio della notte, dove Gesù è la luce del mondo.
Sant’Ambrogio invita a “riconoscere il profumo di Gesù” che con la sua grazia crea la comunità, la fraternità, la giustizia dell’utile per tutti. Senza perdono non c’è la comunità. Noi non siamo eroi solitari, ma camminiamo in cordata.