Elisa Pezzotti e il Dna della missione nel cuore
Una splendida scoperta
Qualche tempo fa, abbiamo conosciuto una giovane nata nel 1980 e cresciuta nella casa dei saveriani di Tavernerio quando ancora esisteva la vecchia struttura ospedaliera. Si chiama Elisa Pezzotti. È figlia di Battista, cugino del saveriano bresciano padre Mario Pezzotti, missionario in Brasile. La mamma di Elisa, Andreina, è stata una preziosa collaboratrice nelle mostre missionarie che si allestivano a quell’epoca nella provincia di Como.
Non potevo mentire...
Elisa si è laureata in relazioni pubbliche nel 2004 e, grazie all’associazione "Papa Giovanni XXIII" di don Oreste Benzi, è partita per il Brasile. Doveva essere un’esperienza di volontariato di un mese, ma dopo due anni è ancora là, a Itaobim, cittadina nella regione di Minas Gerais. Presta la sua opera di volontaria nella "Casa da Juventude", un centro dell’associazione Papa Giovanni XXIII che accoglie 700 bambini e adolescenti.
L’idea di trascorrere un mese di volontariato all’estero per poi cercare lavoro in Italia è naufragata quando Elisa si è trovata a contatto con una realtà di miseria spirituale e materiale, che non avrebbe mai immaginato. "È scattata una molla dentro di me. Tornare in Italia e fingere che quanto avevo visto, le persone che avevo conosciuto e le situazioni in cui ero incappata erano solo cose irreali, sarebbe stato impossibile. Allora, ho deciso di donare agli altri tutto ciò che avevo ricevuto e che il Signore mi aveva dato nella vita.
Tanti poveri e pochi ricconi
Itaobim è una delle tante zone miserabili del Brasile. È un luogo distrutto dal narco-traffico e dalla prostituzione minorile. La famiglia è sgretolata: le donne sono costrette a prostituirsi e i loro figli non sono riconosciuti. La separazione matrimoniale è molto diffusa e i figli nati da unioni perse sono dati in affidamento ai nonni o agli zii.
Spiega Elisa: "La vera lacerazione della società brasiliana è causata dalla disparità scandalosa tra le due classi sociali: i poveri e ricchi. Il 90 % della popolazione vive con 50 euro al mese, mentre il restante 10 % vive nel lusso. Chi è ricco penta sempre più ricco e i poveri non riescono a uscire dal degrado, perché non hanno i mezzi per andare a scuola e sperare in un futuro migliore".
La "casa da juventude"
Il centro dove lavora Elisa accoglie ogni giorno ragazzi adolescenti e segue anche le loro famiglie. Una delle iniziative è l’orto comunitario che assegna a 20 famiglie, senza alcun reddito e nessuna possibilità di un lavoro, un appezzamento di terreno. Ciò permette loro di mantenersi lavorando la terra.
Il centro offre gratuitamente tre pasti al giorno e organizza una serie di corsi (danza, karaté, sostegno scolastico), per togliere bambini e ragazzi dalla strada. Ci sono anche corsi professionali di taglio e cucito, di manicure e di parrucchiere, perché imparando un mestiere la persona possa uscire dal giro di droga e prostituzione. Il centro è soprattutto un punto d’ascolto per tanti che cercano un consiglio o una spalla su cui piangere.
Messaggio per chi resta
Racconta Elisa: "Mi rendo conto che non tutti hanno la voglia o la possibilità di andare così lontano e starci così a lungo. Ma consiglierei a tutti di fare un’esperienza, anche di un solo mese. Vedere con i propri occhi realtà come quella brasiliana e rendersi conto di quanto si è fortunati, ha un effetto incredibile nella mente e nel cuore: può indurre ad adottare uno stile di vita più sobrio. Anche solo una semplice adozione a distanza è un piccolo gesto che a noi cambia poco, ma nelle zone più povere fa molto".
Cara Elisa, ti seguiamo con l'affetto e la preghiera, perché possa realizzare la tua missione nella gioia e nella pace.
La Vergine Santa ti protegga e ti accompagni nella tua esperienza missionaria.