Due veterani del Congo s’incontrano
Ho avuto occasione di essere presente all’incontro di due confratelli saveriani, veterani dell’allora Congo Belga: p. Giuseppe Veniero, tecnico di Marina, che ha vissuto il periodo della rivolta di Mulele, fino all’ultima di Kabila Senior; e p. Angelo Pansa con brevetto da pilota, che ha vissuto il periodo della rivolta di Mulele e Mubutu, e poi è andato missionario in Amazonia.
Veniero: tecnico missionario
In Zaire avevo incontrato p. Veniero, impegnato con i profughi ruandesi e tecnico delle radio delle nostre missioni. Infatti, aveva fatto il corso “Vieni in Marina, diventerai un tecnico” e, alla fine, è diventato il tecnico missionario che aggiustava gli impianti radio: in quei tempi era difficile comunicare tra i confratelli delle varie missioni.
Ricordo la sera del 5 ottobre 1996. Alla radio mi chiedono se nel pomeriggio avevo sentito passare un aereo su Kigulube. C’era stato un gran temporale, che non ci aveva permesso di stare all’aperto. Dopo tre giorni arriva la notizia che presso Kalete erano stati trovati i rottami dell’aereo e i resti di 4 vittime: p. Giovanni Tumino, responsabile del centro sanitario di Kampene; l’abbé Cimanuka, un commerciante e il pilota greco. Padre Tumino aveva fatto il noviziato a San Pietro in Vincoli nel 1963-64, e aveva frequentato un corso per infermieri professionali ad Anversa, con specializzazione in malattie tropicali.
Pansa: “re della foresta”
Padre Pansa e p. Veniero si erano incontrati nella critica situazione della prigionia mulelista. Nel novembre del ’66, il romagnolo p. Camorani e il sorrentino p. Veniero erano stati liberati, dopo una prigionia di 30 mesi, quando la rivolta mulelista si stava esaurendo per mancanza di sostegno dalla Tanzania.
La liberazione era stata opera anche di p. Angelo Pansa, arrivato a Nakiliza con due mulelisti che conoscevano la zona. Aveva camminato per otto giorni nella foresta (più di 350 chilometri), cogliendo tutti di sorpresa, perfino gli interessati, che quel giorno non erano presenti nel villaggio per la libertà che godevano. Padre Angelo rimase nella zona per gestire la rappacificazione e riconciliazione con le milizie di Mubutu.
I due missionari erano stati trattati bene, difesi da Jérome e Turundu dall’ira di Abedi Masanga, che aveva già ucciso fr. Vittorio Faccin e p. Luigi Carrara a Baraka, p. Giovanni Didonè e l’abbé Jubert a Fizi. I padri Veniero e Camorani erano benvoluti, per le cure che avevano fatto ai soldati feriti che incontravano nella missione, continuando così la loro vita missionaria.
Missionari in Italia
Padre Veniero si trova ora a Cagliari, dopo più di quarant’anni spesi in Africa (dal 1962). Molte parrocchie missionarie, formate da varie comunità cristiane sparse sul territorio, sono state consegnate ai preti diocesani: dopo il primo annuncio del vangelo, ora continua l’inculturazione cristiana dei fedeli e l’organizzazione della chiesa locale.
Dopo aver continuato le sue avventure in Amazzonia, dedicandosi in modo speciale alla ri-forestazione di vaste zone della riserva Amazzonica, a difesa degli indio Xavante, p. Pansa è ora in Romagna, nella casa di S. Pietro in Vincoli. Si prende cura del parco e dell’orto della comunità saveriana.
In conclusione, la missione della vita continua ovunque.