Dalla Cina all’Indonesia, La storia “fallimentare” di un missionario
È da poco uscito il nuovo libro di p. Franco Bertazza che ha per titolo “Dal Kiangsi a Sikakap”, edizione Meroni. L’autore ci racconta qualcosa di questa sua ultima fatica letteraria. Il libro è reperibile soltanto presso l’autore, a Tavernerio (si veda l’indirizzo in alto su questa pagina).
Nel libro, descrivo la fondazione della missione saveriana di Padang in Indonesia, ad opera di alcuni missionari che erano stati espulsi dalla Cina (nel 1952) e che hanno vissuto una vera e propria odissea prima di raggiungere l’isola di Sumatra. Racconto poi com’è sorta la missione cattolica nelle isole Mentawai. “Da Kiangsi a Sikakap” racconta questa avventura: Kiangsi è la regione cinese di partenza; Sikakap è la missione di arrivo in Indonesia.
Scrivo ciò che ho visto
Questa prima parte del libro rispecchia il percorso della mia tesi di laurea in lettere e filosofia, conseguita a Pavia. Nella seconda parte, tuttavia, ho rinunciato ad esporre tutta la ricerca sulla storia, la cultura e la religione delle isole Mentawai, come era esposta nella tesi. Perché le varie ricerche storiche, compiute per lo più da laureandi o da giornalisti, sono spesso prive di valore scientifico. Raramente descrivono la vita e i fenomeni di ordine religioso, psichico, magico e culturale di popolazioni definite primitive.
Perciò, ho deciso di scrivere e descrivere soltanto quello che ho visto, vissuto, sperimentato e studiato nei miei viaggi e soprattutto nel ministero apostolico a contatto con il popolo primitivo delle Mentawai. Nel libro, spiego perché uso la parola “primitivo”, oggi rifiutata da molti.
La situazione è cambiata
Un autore ha definito una di quelle isole “l’isola dove il tempo si è fermato”. È vero. Ma il mondo si è evoluto anche in quel paradiso perduto su quattro smeraldi di mare. Ciò che è stato scritto in passato sulla cultura e sulla società mentawaiana, non risponde più alla situazione attuale. Ci sono stati grandi cambiamenti, soprattutto con l’arrivo del protestantesimo e con l’abolizione del paganesimo. Il governo, infatti, ha promulgato una legge che riconosce soltanto tre religioni: islam, cristianesimo e buddhismo.
Altri scrittori contemporanei, vissuti nelle isole di Siberut e di Sipora, possono raccontare e descrivere qualcosa di diverso da quello che io ho vissuto a Sikakap. Ciò che il lettore conoscerà, leggendo il libro, è la vita e la cultura del mio tempo a Sikakap e a Sumatra.
Non si tratta comunque di un romanzo. La prima parte, in ogni fase dello svolgimento dei fatti, è ben documentata da scritti, relazioni e lettere di chi ha vissuto di persona quella storia di martirio.
La storia di un missionario
Il libro ha per sottotitolo “Storia del fallimento di una missione”. Infatti, nella seconda parte, parlo del mio fallimento. La fonte di riferimento è il mio “diario” personale, oltre mille pagine numerate in dieci quaderni. Ho voluto raccontare con sincerità certe situazioni personali, le difficoltà, i dubbi, i malintesi, le prove, le sconfitte e le vittorie, mie e di coloro che hanno condiviso con me l’esperienza dell’isolamento fisico e della solitudine spirituale. Tuttavia, niente di quanto è narrato toglie la bellezza e la grandezza delle persone citate, perché tutto è profondamente umano e cristiano.
Solo Dio, che conosce le menti e i cuori, sa discernere il bene nel guazzabuglio dei sentimenti umani. Il lettore, forse, rimarrà stupito nello scoprire il volto del missionario ricoperto da una corona di spine, intrecciata con le proprie e le altrui fraterne miserie.