Costruire la pace con pazienza: Sierra Leone
Riparare i guasti della guerra in Sierra Leone
Dalla corrispondenza che giunge dai missionari saveriani in Sierra Leone, leggiamo notizie che sono, allo stesso tempo, preoccupanti e incoraggianti. Continueremo a pregare per tutti. Ecco qualche stralcio delle lettere.
La pace è arrivata, finalmente , in Sierra Leone! Ma la popolazione, tanto provata in passato, ancora oggi ha molto da soffrire.
La pace è arrivata, ma ...
La pace è arrivata, é vero. Ma si deve ricostruire tutto, sulle rovine e sulla distruzione di dieci anni di guerra e privazioni. Il terrore, la distruzione, la morte, sono scomparsi; ma hanno lasciato incancellabile il segno del loro passaggio. Sono troppe le persone e le cose ormai perse e irrecuperabili.
Quel poco che la gente possedeva, militari e ribelli lo hanno rubato e distrutto. Ora bisogna ricominciare tutto da capo. La pace, per ora, è solo assenza di guerra e di morte. Deve diventare anche il segno di una spèranza di rinascita, che tarda a rendersi concreta e visibile. Oppure, è ancora un desiderio vano che il male possa essere cancellato dalla terra.
Onestà professionale alla televisione
Le missionarie e i missionari, provati e martirizzati dalla guerra civile insieme a tanta gente sierra leonese, credono e vogliono realizzare quel sogno. Hanno rischiato la vita per liberare migliaia di bambini soldato, per aiutare decine di migliaia di profughi.
Dispiace che qualche mezzo di comunicazione italiano abbia fatto ironia sul lavoro dei missionari, mettendo insieme capra e cavoli, ignorando i criteri più elementari di onestà professionale. È il caso, per esempio, della trasmissione "Report", andata in onda su RaiTre, il 22 ottobre scorso, dal titolo "Ong non governabili".
Monsignor Giorgio Biguzzi, il vescovo saveriano di Makeni, ha giustamente protestato presso le autorità del canale televisivo, chiedendo che siano pubblicamente rettificate le false informazioni mandate in onda. Dov'erano quei giornalisti mentre venivano compiuti i massacri?
Vogliamo un'altra pace
La pace è fragile. La pace degli uomini, basata sulla forza delle armi, non è la pace di Cristo; non è la pace che vogliono i missionari e che la gente si aspetta. Come missionari, abbiamo sempre bisogno della vostra preghiera e della vostra solidarietà, per avere la forza di Dio e continuare a testimoniare l'amore di Cristo in mezzo alle popolazioni che soffrono.