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Colombia nera: Da Cali a Buenaventura

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Abbiamo appena terminato un giro per i barrio della parrocchia "San Francisco Javier", a Cali. Qui lavorano due saveriani spagnoli: padre Eduardo García è superiore della comunità e dirige la scuola; padre Iñaki Larrea è animatore vocazionale. Abbiamo visitato le scuole della parrocchia e le comunità di quartiere dove padre Iñaki celebra la Messa ogni tanto.

L'affetto della gente di Cali

I barrio sono migliorati molto con l'asfalto delle strade e stradoni che entrano in Aguablanca. C'è molto esercito e polizia, che controllano in modo spudorato la gente. Però se a 200 metri ti assaltano per rubarti l'orologio o il cellulare, nessuno interviene.

Per noi missionari in Colombia salvare la pellaccia è abbastanza semplice: siamo sempre in mezzo alla gente; ogni passo che facciamo siamo accompagnati, anche quando viaggiamo in taxi o in autobus. È semplice perché ci sono molti giovani disoccupati ed è per loro un onore accompagnare il missionario. Si conosce gente nuova e ogni tanto si beve una gassosa.

Le comunità cristiane animate dai saveriani a Cali sono belle e vivaci. Sono i discepoli di Gesù che vivono in Colombia nel tempo presente. La gente è molto felice nel vederci, ci saluta con piacere e subito ci domanda: "Quanto ti fermi?". La delusione è grande sentendo che siamo in Colombia solo... di passaggio.

Buenaventura è molto cambiata

Dopo tre ore di viaggio da Cali, cotti dal sole e stretti dalla gente, siamo arrivati a Buenaventura, la tanto desiderata. Tutti dicono che qui la situazione è brutta... Ci sono militari ovunque; ci sono e non fanno niente. Il territorio e i quartieri sono divisi tra paramilitari e infiltrati delle Farc (Forze armate rivoluzionarie colombiane), che fanno quello che vogliono e ogni tanto c'è qualche sparatoria. Cose strane se ne vedono ovunque: macchine che girano a tutto gas per le vie della città, case in muratura di due o più piani costruite in poco tempo...

La città è cambiata molto. Il porto di Buenaventurta sembra destinato a essere il principale della Colombia. Il terreno va a ruba, si costruiscono depositi e parcheggi per grossi camion che trasportano i container da un posto all'altro del Paese. Buenaventura è il porto più vicino a Medellin, Bogotà e Cali.

Abbiamo celebrato Messa con i due saveriani che lavorano nella parrocchia "Cristo Redentor" a Buenaventura: padre Zacarías Tamejon del Camerun e padre Eulogio Cuéllar della Spagna. La casa dove siamo ospiti è semplice e pulita, tenuta con cura da fratel Luigi Pinna, il saveriano sardo che è superiore della comunità e direttore della rivista dei saveriani in Colombia.

Il Cottolengo e il "Matia Mulumba"

Siamo stati al Cottolengo, centro d'accoglienza per coloro che nessuno vuole, dove ho celebrato la Messa. È stata una cosa favolosa vedere l'amore con cui le suore e gli infermieri seguono questi fratelli handicappati. Sono tutte persone che la società e la famiglia non curano e lasciano anche morire senza cibo.

Poi siamo stati all'istituto "Matia Mulumba", dove ho lavorato per tutta la mia esperienza missionaria in Colombia (dal 1981 al 1990). Purtroppo non è rimasto altro che la scuola di quartiere, con un fabbricato ancora in buono stato; ma è finita la collaborazione con la diocesi e i progetti di sviluppo non sono continuati per mancanza di fondi.

Il ricordo in me è molto vivo, perché dieci anni di fatiche e di corse sui fiumi non si possono dimenticare. Ho incontrato tanta gente, arrivata dalla regione dei fiumi per sfuggire alla guerriglia o ai paramilitari. È bello vedere i bambini, che allora avevano 7 anni, lavorare oggi come barbieri o guidare i taxi. Uno di loro ci ha riportato in parrocchia dal centro città. Avrei voluto fare un giro veloce anche nella zona dei fiumi, ma tutti l'hanno sconsigliato per il pericolo d'imbattersi nelle Farc.

Passi da gigante, ma...

Buenaventura e Aguablanca a Cali hanno fatto passi da gigante nelle infrastrutture, strade ed elettricità. Ci sono anche le scuole, ma sono cenerentole e non vengono aiutate. La gente deve arrangiarsi per sopravvivere. Mi hanno detto che l'assistenza sanitaria è garantita perché qui tutta la gente, secondo il censimento, appartiene allo "strato 1", sono cioè poveri (direi, miserabili). Il problema è arrivare all'ambulatorio, superare la lunga fila ed essere visitati dal medico... prima di morire.

Nei barrio costruiti sulla terraferma o sull'acquitrino o lungo la costa oceanica, abbiamo incontrato la gente e i catechisti anziani e superstiti, che ora vivono in casette, dove una volta c'erano palafitte. Le strade sono piene di basura (immondizia con strati di ghiaia); sotto le case ogni 12 ore arriva ancora l'alta marea e pulisce via ciò che si getta. Tutto contribuisce... all'equilibrio della zona e serve a ingrassare i pesci e i granchi! Alcuni barrio sono progrediti, altri meno, e altri per niente. Per progresso intendo dire che c'è la strada asfaltata, e nient'altro.

Grandi progetti e le case cadute

Devo aggiungere che a Buenaventura, la città più piovosa del mondo, in questi anni scarseggia l'acqua potabile. In alcuni barrio non arriva sempre o è razionata. Nonostante vari impianti di potabilizzazione dell'acqua, funziona ancora lo stesso tubo d'acqua di trent'anni fa... Non ho chiesto i costi per acqua, luce, gas e immondizie a Buenaventura. A Cali i servizi costano il 10% del salario di una persona.

In tutto il territorio nazionale è in atto la messa a terra del gas naturale per eliminare le bombole. Anche questo lavoro è nelle mani delle imprese multinazionali. Già dieci anni fa lungo i fiumi sulla costa del Pacifico la Comunità Europea aveva investito vari miliardi per costruire case che la nostra associazione "Matia Mulumba" realizzava a un costo molto minore. Quelle case ad alto costo sono cadute tutte.



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