Cipriano e la Madonna di Kibeho
Un sacerdote, molto impegnato nella vita sociale, quando ha sentito parlare delle apparizioni di Kibeho, in Ruanda, esclamò desolato: “Non ci mancava che questa, al nostro povero Paese!”. Intanto dal Centro Africa, un numero sempre più grande di persone accorreva a Kibeho e anche un gruppo di barundi vi era assiduo.
“Sono entrato nella luce”
Un giorno, Giuseppe invitò ad andare con loro a Kibeho l’amico Cipriano, un commerciante di mucche al di là del lago Tanganika. Scherzando, Cipriano gli chiese: “Andate in macchina?”. “Certo, in macchina!”. E lui: “Ci sono anche delle ragazze?”. L’amico rispose: “Sì, ci sono anche loro“. “Allora - rispose giulivo - ci vengo anch’io!”. Cipriano non era sposato, ma conviveva con cinque donne…
“Siamo giunti a Kibeho verso sera”, è Cipriano stesso che me l’ha raccontato. “Emmanuel Segatasha - un pastorello del gruppo dei veggenti - puntando il dito verso l’alto, esclama: «Guardate il sole!». Stavo guardando questo meraviglioso spettacolo: il sole, uscito dalla sua sede, cominciò a roteare, mandando fasci di tanti colori (com’era avvenuto a Fatima il 13 ottobre 1917 - ndr)… Dopo dieci minuti di girandola, si calmò. Sotto il sole c’era un prato d’un verde bellissimo. Quasi subito, si fece buio, ma io ero entrato nella Luce! Tornato a casa, ho licenziato le cinque donne, con le risorse per vivere…”.
Prigionieri per fede
Tornato in Burundi, Cipriano è stato ricercato assieme all’amico Giuseppe per una lettera indirizzata ai vescovi e al presidente, dove si denunciava la persecuzione contro la chiesa. Cipriano fu imprigionato. Sua mamma Veronika, mi disse: “Mio figlio, non ha fatto niente di male; è pronto anche a morire per Gesù…”.
In prigione, nei barattoli di fagioli, Cipriano nascondeva rosari e medaglie, che poi donava ai prigionieri. Gli fu proibito di farlo: “Queste cose sono da suore!”, gli fu detto. Non so quanto abbia ubbidito. Cipriano è rimasto in prigione più di due anni. E così pure il suo amico Giuseppe che lo aveva portato fino a Kibeho. Questi era stato messo in una cella piccolissima, senza nemmeno una finestra, con altri tre carcerati. In quelle condizioni, egli è riuscito a comporre un canto a quattro voci alla Madonna “Rosa Mistica”!
“La Madre del Verbo”
L’apparizione della Vergine “Madre del Verbo” a Kibeho (dal 1981 al 1989, prima della sanguinosa guerra civile tra hutu e tutsi degli anni ‘90) è stata approvata dalla chiesa. Oggi vi è un bel santuario, dedicato a “Nostra Signora dei Dolori”, molto frequentato. A benedirlo, il 31 maggio del 2003, venne il cardinal Crescenzio Sepe, allora incaricato delle missioni nel mondo:
"Vi esorto a pregare con fervore affinché questo santuario di Kibeho possa diventare il luogo da cui sorgerà un popolo ruandese rinnovato nella fede, assetato di amore per Dio, deciso a dimenticare il triste passato della guerra fratricida, i cui segni terribili si riscontrano dappertutto e, in modo particolare, in questo luogo".
La Madonna non intralcia i passi di suo Figlio tra i popoli, ma ne prepara il sentiero, facendosi presente con il suo immenso amore di Madre. A Lei dedico questa mia “lode”.
Grazie al “Sì” di Maria!
Il tuo sorriso immacolato è piaciuto all’Amore! La tua piccolezza ha sedotto l’Immenso, che ha messo tenda nella tua ombra per vivere di te. Il tuo libero consenso, fiorito sullo stelo dell’Amore, ti ha legata a nozze a Colui che ogni amor muove.
Il tuo “sì”, Maria, è iride di pace che squarcia i cieli chiusi di letizia, è canzone che ritma di salvezza insperata la danza dei popoli, è il roveto ardente alla cui fiamma gli umili accendono fiaccole di gioia.
Ultima speranza di noi perduti, il tuo “sì”, dolce all’Angelo, si è rivestito in te di Carne innocente, vittima di noi peccatori.
Mite Stella del mattino, alla notte dei nostri tortuosi sentieri, addita la Luce. Alla mai appagata sete, nei deserti del nostro eterno errare, porgi fresca l’acqua limpida del tuo pozzo.
Vieni, Madre della Vita! Un girotondo sterminato di poveri attende… Oggi - nel fumoso torneo di salvatori - portaci il Salvatore che sul tuo volto, a Lui solo gemello, riflette materno il sorriso della sua pace.