SUD/NORD NOTIZIE
Per la precisione…
Invasione che non c’è. In Italia, la tanto paventata “invasione islamica” non trova fondamento nella realtà, a dispetto di slogan e titoli di giornale. Degli oltre 5 milioni di immigrati attualmente residenti nel nostro paese, infatti, il 54% è cristiano, il 32% è musulmano e via via tutti gli altri. A dirlo sono i dati 2015 del Dossier statistico immigrazione, a cura del Centro studi e ricerche IDOS. Eppure, il pluralismo religioso viene ancora percepito come una minaccia dal 47% degli italiani. Soprattutto nei confronti dell’islam, il sentimento più comune è quello di ridurre drasticamente l’apertura culturale.
• Libertà di stampa. Il rapporto annuale di Reporters sans frontiers dice che nel 2015 la libertà di stampa è in calo nel mondo e per molti paesi africani resta un tabù. Solo 8 nazioni africane sono presenti nelle prime 50 posizioni. Dittature e conflitti continuano a impedire ai giornalisti di alzare la voce per superare il muro d’oppressione che accomuna ancora molte realtà.
Nella graduatoria globale l'Italia si trova al 77° posto, quattro posizioni in meno rispetto allo scorso anno. Il Paese più virtuoso è la Finlandia.
• Più pericoli che vantaggi. Il controverso accordo commerciale TTIP tra Unione Europea e Stati Uniti porterebbe più rischi che vantaggi per l'agricoltura europea.
È la conclusione del rapporto “Contadini europei in svendita”, redatto da Friends of the Earth Europe. Il TTIP aumenterebbe le importazioni dagli Stati Uniti, con un beneficio per le grandi imprese Usa e per pochi, grandi produttori europei (soprattutto del settore industriale). Molti agricoltori in tutta l'UE sarebbero costretti, inoltre, a confrontarsi con una concorrenza dei competitori statunitensi a prezzi più bassi.
Cercasi democrazia
• Congo RD: niente elezioni? “Il Congo rischia di diventare l’unico Paese al mondo in cui tutte le istituzioni sono prive di mandato, dunque illegali e illegittime”. Lo afferma Rete Pace per il Congo, che chiede se è ancora possibile organizzare le elezioni entro fine novembre. Il governo sostiene di non disporre di mezzi sufficienti per finanziarle.
“La soluzione a tale impasse è politica e passa attraverso il dialogo tra le varie parti implicate nel processo elettorale; per quanto riguarda il finanziamento bisogna ricorrere all’aiuto della comunità internazionale, già pronta a collaborare”.
• Sud Sudan: serve un governo. Mentre i media sud-sudanesi sono preoccupati per la richiesta di bloccare le telefonate dei cittadini per esprimere la loro opinione durante i talk show radiofonici (limitando la libertà d’espressione), la fase di transizione continua a fatica. La gente aspetta la formazione del governo di unità nazionale, per sperare che scendano i prezzi dei prodotti di prima necessità. Basterà?
• Algeria: stabilità a rischio. La forte contrazione dei prezzi degli idrocarburi (petrolio e gas) rischia di avere ripercussioni sociali e politiche sui Paesi la cui principale fonte di reddito sono le esportazioni energetiche. Uno dei questi è l’Algeria, dove l’industria energetica vale circa il 30% del Pil e il 95% delle esportazioni. Con i proventi di petrolio e gas è stato pagato di tutto: investimenti in infrastrutture e abitazioni popolari, sussidi al consumo di energia elettrica, carburanti, acqua e generi alimentari, stipendi di dipendenti… E al deterioramento dell’economia, si aggiungono le incertezze sul piano politico.
Quasi 400mila firme sono state raccolte in tutto il mondo per chiedere a Pfizer e GSK di ridurre il prezzo del vaccino contro infezioni respiratorie come la polmonite.
Molti paesi in via di sviluppo non possono permettersi un vaccino salvavita così costoso.
Una delegazione di Medici senza frontiere le ha consegnate alla sede Pfizer di Roma (vedi foto), mentre a New York decine di volontari hanno consegnato le firme totali insieme a 2.500 fiori, uno per ogni bambino che muore di polmonite al giorno.
