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Bangladesh: Un lavoro ammirevole

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Insieme ai compianti p. Italo Gaudenzi e fr. Giuseppe Masolo, p. Oprandi è stato uno degli iniziatori dell'attività dei medici italiani in Bangladesh. Recentemente, accompagnando l'abate di Praglia in visita a p. Carlo Rubini, a Khulna ha incontrato l'equipe medica. Ci descrive qualche "bozzetto" della sua rapida visita.

Scrivo dalla casa dei saveriani a Khulna. Ieri, alla prima uscita con l'abate, siamo stati a pranzo dalla famiglia nel cui pukur (laghetto) era caduta la signora Milvia (la scrittrice dei due racconti in questa pagina), nella sua ultima visita in Bangladesh. Abbiamo perciò rievocato il famoso evento!

Questa mattina è arrivato p. Gabriele Spiga, che da tanti anni si dedica al recupero degli handicappati nel suo centro "Casa della speranza", non lontano da Satkhira. Sembra che l'abbia mandato il cielo apposta, per aggiustare la mia valigiona. Si era rotta la chiave dentro e p. Gabriele ha riparato il guasto: ha tirato fuori il pezzo e ha fatto due chiavi nuove.

Nel pomeriggio sono andato all'ospedale "Santa Maria", dove sono al lavoro i nostri medici italiani: l'equipe chirurgica del dott. Casiraghi e altri quattro dell'equipe ortopedica del prof. Rinaldi. Un ortopedico e tre fisioterapisti stanno seguendo tutti i pazienti operati tra novembre e dicembre dello scorso anno. Al centro d'assistenza dei malati sta andando avanti un lavoro che nessuno può immaginare se non vede con i
propri occhi. È davvero una grande soddisfazione. Tra pazienti e accompagnatori, vi sono alloggiate oltre centotrenta persone.

Domani saranno a cena con noi saveriani tutti gli operatori sanitari dell'equipe. Sono persone davvero eccezionali: si sacrificano molto per raggiungere l'obiettivo di operare quanti più malati possibile e di fare un buon lavoro. Il dott. Casiraghi mi ha detto che quando vanno per strada, tutti li riconoscono e sono loro riconoscenti. È da tanti anni che svolgono questo ammirevole lavoro.

Termino qui, perché attorno a me ci sono tante zanzare che non mi lasciano in pace...



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