Anch’io ho incontrato Dio
Pubblichiamo una riflessione di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig (Servizio missionario giovani) di Torino, tratta da “La fede un incontro a tu per tu”.
Non siamo chiamati a fare altro che sentirci amati senza riserve da Dio e poi, per amore, senza retorica, vivere il nostro cristianesimo da convertiti all’amore, là dove siamo… Il cristiano che vive secondo la legge dell’amore non lascia morire il proprio vicino di casa da solo, ma fa di quella situazione di solitudine una grande occasione di bene per tanti.
Dovremmo fare di tutti i condomini dei condomini di solidarietà, dove nessuno è abbandonato, dove ognuno è curato.
Ogni volta che qualcuno ha un problema dovrebbe poter dire: “Vado a casa mia”, e bussare alla porta di una chiesa, una parrocchia, un monastero, una comunità… Una casa dove incontrare cristiani accoglienti come un fuoco che scalda e illumina, che sono occhi per il cieco, piedi per lo zoppo, padri e madri per i poveri, consolazione per gli afflitti...
Chi ci incontra dovrebbe poter dire: “Oggi, sono stato avvicinato da qualcuno che mi vuole bene, che mi ha guardato senza giudicarmi”.
È uno sguardo di fede che non esclude nessuno, che alimenta la speranza, che ci fa dire, “Coraggio, c’è posto anche per te, anche tu puoi cambiare; io sono stato perdonato, puoi essere perdonato anche tu…”.
Tutto questo è possibile solo con la preghiera, solo chiedendo ogni giorno al Signore: “Fammi guardare con i tuoi occhi, fammi ascoltare con le tue orecchie, fammi parlare o tacere come faresti tu”.
Allora l’altro, qualunque cosa abbia fatto, potrà pensare: “Anche per me c’è spazio…; anch’io mi posso alzare e camminare; anch’io ho incontrato Dio!”.
Felice Pasqua !