''Amate i vostri nemici...''
Il commento di un cristiano al brano evangelico di Luca 6,27-38: come devono amare i seguaci di Gesù. Lo ha inviato dal Congo la sorella saveriana Delia Guadagnini, che ringraziamo.
Quando si è di fronte a situazioni, anche comunitarie, che ci fanno giustamente arrabbiare, che sono realmente pesanti o ingiuste, noi dopo aver parlato a chi di dovere, possiamo accogliere quelle situazioni lì, proprio quelle, come occasione di vivere il vangelo, ovvero come occasione di conoscenza del nostro cuore, di ciò che lo abita, e di sequela del Signore per quella via scomoda che è la sofferenza ingiusta, la croce.
Quando noi sappiamo di avere davvero qualcosa a che fare con Cristo, se non nelle situazioni in cui manteniamo la fedeltà e l'amore là dove c'è infedeltà e mancanza di amore? Là dove riusciamo ad amare nella mancanza di reciprocità? Che altro significa "amare il nemico", se non che l'amore cristiano non cerca la reciprocità? Quando ci riusciamo, ci sentiamo molto aiutati e non facciamo più caso a modi e a comportamenti che possono ferirci e colpirci. Ci vediamo solo l'occasione di vivere il vangelo puro.
C'è un livello del nostro agire per cui non possiamo permetterci il lusso di attendere che le persone passino, migliorino, si sistemino...; e così, solo allora, vivremo il vangelo. Non c'è alcuna situazione ideale per vivere il vangelo. C'è solo la realtà come si presenta, giorno dopo giorno. E spesso proprio i suoi aspetti aspri e indigeribili, sono quelli che possono scalfire le nostre sicurezze, mettere a nudo le nostre debolezze, ciò che abita il nostro cuore e possono farci cambiare qualcosa nella nostra vita.
Gli altri ci migliorano con la loro presenza, anche quando diventano pesanti. Sono sempre un'occasione di carità. Un'occasione per ricordarci cosa ci stiamo a fare nella vita cristiana: vivere la carità; fare di ogni occasione, anche la più indesiderabile, un momento per seguire Cristo, un'occasione di vivere l'amore.