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Alla scuola del vangelo…

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Dal 4 all’8 settembre, presso i missionari saveriani di Cagliari, s’è svolto l’annuale ritiro per le animatrici missionarie. Le riflessioni, sviluppate sulla traccia dei contenuti della esortazione apostolica Evangelii Gaudium di papa Francesco, e del volume “Uscire per annunciare” di V.M. Fernandez, sono state condotte da p. Giuseppe Ibba.

Per vincere l’egoismo comodo

Premessa fondamentale è che ogni battezzato è chiamato ad evangelizzare ed è portatore di Cristo. Papa Francesco ci ha chiesto di entrare in “uno stato permanente di missione”(EG 25), di uscire dall’isolamento per lanciarci nella missione di tutta la chiesa.

Per vincere “l’egoismo comodo” che ci trattiene è importante recuperare alcune motivazioni.

Solo così si può assumere l’impegno missionario e viverlo con gusto, profondità e gioia. Illustriamo di seguito alcune di queste motivazioni.

Cuore missionario e bellezza

L’amore di Cristo ci possiede e ci spinge. Si tratta dell’amore che abbiamo sperimentato, ricevuto e provato per Gesù. La consapevolezza di essere amati e salvati da Lui ci spinge ad amarlo sempre di più e a portare questo amore agli altri. Il cuore missionario è quello che sente la costante necessità di comunicare l’annuncio salvifico a chiunque tu incontri.

La bellezza del vangelo. “Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi” (1Gv 1,3).   Contemplare la bellezza del vangelo, attraverso la lettura attenta delle sue pagine, è condizione e motivazione per condividerlo con gli altri. Deve essere conosciuto e goduto.

Vicini alle persone, liberi da inganni

Illuminare i bisogni più profondi. L’entusiasmo del missionario nel predicare Gesù Cristo si basa sulla sua convinzione che “il vangelo risponde alle necessità più profonde delle persone” (EG 265). Esse infatti sono state create per ciò che il vangelo ci propone: l’amicizia con Gesù e il comandamento dell’amore (“colui che senza conoscerlo voi adorate, io ve lo annuncio” At 17,23).

Liberare da schiavitù e inganni. Il missionario è strumento di Gesù liberatore; il suo annuncio aiuta le persone a scoprire le false proposte del mondo e a liberarle dalle schiavitù delle cose “che generano solamente oscurità e stanchezza interiore” (EG  83).

Trasformare cuori e coscienze

La passione di espandere il Regno di Dio. Il compito del missionario è a servizio del Regno, perché non si può amare Gesù e rifiutare l’opera che Egli vuole compiere nel mondo: trasformare le coscienze, i cuori, la realtà e la storia con la forza, la luce e la Vita del Risorto. 

Dite che il Regno di Dio è vicino” (Mt 10,7) era al centro della predicazione degli apostoli ed è al centro della predicazione attuale.

“La proposta è il Regno di Dio” (Lc 4,43). Si tratta di amare Dio che regna nel mondo.

I germogli della Risurrezione

La mia identità è legata alla missione. L’identità missionaria è presentata con forza ed efficacia da papa Francesco. “La missione al cuore del popolo non è una parte della mia vita o un momento tra i tanti dell’esistenza. È qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. Io sono una missione su questa terra e per questo mi trovo in questo mondo, chiamato a occupare un posto unico e irripetibile nella storia” (EG 273).

Nel Battesimo ciascuno di noi è stato consacrato per compiere una missione. Ciascuno di noi è creato in maniera tale da poter comunicare al mondo qualcosa che nessun altro può comunicare.

Non farsi scoraggiare

Fiducia nell’azione misteriosa dello Spirito. “Per mantenere vivo l’ardore missionario occorre una decisa fiducia nello Spirito Santo” (EG 280). La sua misteriosa azione va al di là di quanto possiamo stimare. Per questo, non dovremmo lasciarci travolgere da scoraggiamento o delusione se l’effetto delle nostre azioni non è sempre immediatamente visibile.

Sappiamo, e non dimentichiamolo, che il dono generoso di noi stessi è necessario e che lo Spirito Santo susciterà frutti di vita.

“Non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, rinunciando a calcolare e a controllare tutto, e permettere che Egli ci guidi, ci orienti, ci spinga dove lui desidera” (EG 280). 

Una forza senza uguali

Il potere del Risorto. “Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione” (1 Cor 15,14). La risurrezione del Signore è una forza di vita che ha già penetrato la trama nascosta della storia del mondo. Il missionario è strumento di questa forza viva, perché, “dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione; è una forza senza uguali” (EG 272).

Se faccio sì che il potere del Risorto aiuti una sola persona a vivere con più dignità, già solo questo giustifica il dono della mia vita.

Servizio e dono alla vita

La missione ci introduce a profondità mistiche. Dobbiamo sviluppare una spiritualità che ci esorti al servizio, al dono della vita, all’incontro con gli altri, alla trasformazione del mondo. Quando viviamo la “mistica di avvicinarci agli altri, con l’intento di cercare il loro bene, allarghiamo la nostra interiorità per ricevere i più bei regali dal Signore” (EG 272). Solo in questo modo potremo avere un incontro profondo con Lui.

La motivazione più importante

Non perfetti, ma umili annunciatori di Cristo che salva.

La consapevolezza della nostra imperfezione può indurci a rinunciare alla missione evangelizzatrice.

Papa Francesco ci dice che “tutti siamo chiamati a offrire agli altri la testimonianza esplicita dell’amore salvifico del Signore che, al di là delle nostre imperfezioni, ci offre la sua vicinanza, la sua Parola, la sua forza e dà senso alla nostra vita” (EG 121).

I nostri limiti e difetti devono servire a riconoscere che si sta cercando di crescere, con l’aiuto di Gesù. La testimonianza di umiltà è sufficiente per continuare a essere missionari.

La sola gloria di Dio. La motivazione più profonda e più grande di tutte per l’attività missionaria è la maggior Gloria di Dio Padre che ci ama. Tutto esiste per la gloria di Dio, tutto è orientato per la sua gloria infinita.


Il ritiro si è concluso con una meditazione su la “bisaccia del missionario”, ispirata agli scritti di don Tonino Bello. Ciascuna  animatrice ha ricevuto, in dono, il crocifisso missionario da portare al collo. Siamo tornate alle nostre realtà quotidiane con la mente arricchita e aperta al vasto orizzonte dell’evangelizzazione.

Il nostro cuore grato per la preziosa opportunità. Siamo fiduciose per il compito che ci attende. Inoltre, si riparte con il proposito di far buon uso della nostra libertà, quella di “lasciarci portare dallo Spirito”.  



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