All'insegna della “condivisione”
Se è vero che Dio è presente e opera in ciascuno di noi, è pur vero che in ciascuno lo fa con le caratteristiche proprie dell’età e della sensibilità. È ciò che abbiamo constatato nell’esperienza di “vita comune” che, con un gruppo di dieci universitari, abbiamo realizzato nella comunità saveriana di Salerno.
Abbiamo condiviso i ritmi della giornata, scandita da preghiera e celebrazione Eucaristica, studio, vari servizi in casa, momenti di fraternità, chiacchierate, giochi, impegni apostolici.
Domenica a Pozzuoli con le detenute
Propizie sono state le date: dal 1° all’8 marzo. L’esperienza ha coinciso, infatti, con l’ultima settimana di lavoro prima dell’inaugurazione della X mostra interculturale che ogni anno si realizza in questa comunità. Essa è stata per i giovani l’opportunità non solo di scoprire e mettere a servizio i talenti di ciascuno, ma anche di toccare con mano la disponibilità di tante persone che in quei giorni hanno regalato tempo, capacità e risorse per realizzare e inaugurare la mostra interculturale.
La cena con i senza fissa dimora è stata l’occasione non solo per conoscere una delle attività che la comunità dei saveriani realizza in collaborazione con tanti laici, ma anche per far trascorrere un momento di fraternità a chi per tanti motivi si trova in una situazione di esclusione, precarietà e disagio.
A coronare la settimana è stata la visita al carcere femminile di Pozzuoli, che è coincisa con l’8 marzo, festa della donna. Tale evento, pensato eprogrammato insieme dagli istituti missionari che lavorano in Campania, ci ha permesso di vivere una domenica all’insegna della condivisione e della missione. Ci siamo ritrovati con i giovani che frequentano le varie comunità missionarie. La celebrazione Eucaristica, l’animazione con canti e bans e la consegna della mimosa, ci hanno permesso di “incontrare” le detenute che attendevano la nostra visita.
Rinnovarci costantemente
In questa intensa settimana, abbiamo constatato che stare con i giovani è arricchente, non solo perché mantiene giovani la mente e il cuore, ma soprattutto perché ci mette nelle condizioni per rinnovarci costantemente, per attivare la capacità di ascolto, per diventare compagni di viaggio. Insomma, per dirla con papa Francesco, “uscire per incontrare”.
Nostro augurio e desiderio è quello di capire e discernere sempre meglio “come” il Signore ci chiama oggi ad annunciare la Buona Notizia, sapendo che ogni uomo e ogni donna sono in attesa per ascoltarla!