Esperienza di vita comune
Quale può essere il miglior modo di avvicinare i giovani alla vita saveriana? Come si può far capire loro quali attività fanno parte di questa comunità missionaria?
La soluzione è semplice: invitare i giovani e chiedere loro di fare della casa saveriana la propria casa per una settimana, convivendo e condividendo tutto con tutti, saveriani inclusi, come se fosse un’unica grande famiglia.
Qui non ci si annoia mai!
Così è nata questa esperienza di vita comune. E così abbiamo potuto comprendere più a fondo la realtà dei missionari saveriani.
Forse qualcuno pensa che la vita saveriana sia un po' piatta, magari ripetitiva e monotona. Cosa potrebbero mai fare dei missionari tutto il giorno, tutta la settimana? Ebbene, quel “qualcuno” si sbaglia.
Anzitutto, la casa non appartiene solo ai missionari, appartiene a tutti noi. Chiunque è il benvenuto.
Ed è per questo motivo che c'è sempre gente che va e viene, e come in ogni luogo molto popolato, le attività sono davvero tante e diverse.
Senza fissa dimora e mostra interculturale
Durante la settimana di convivenza, abbiamo potuto assistere all'accoglienza riservata ai senza fissa dimora: sono accolti dai saveriani di Salerno la notte per dormire con un tetto sopra la testa, al caldo, cercando di farli sentire a casa e in famiglia. Abbiamo anche avuto modo di cucinare e cenare insieme a loro. È stata una gioia vedere i loro volti sorridere, mentre ci ringraziavano per aver regalato loro una bella serata.
Inoltre, abbiamo assistito alla preparazione della mostra interculturale: un’altra importante attività della comunità saveriana di Salerno. Ma in quella preparazione c'era un qualcosa di più di un gruppo di persone che lavoravano per mettere assieme qualcosa. Infatti, senza accorgercene, anche noi abbiamo iniziato a dare volentieri una mano.
Come una grande famiglia…
Ma ci sono anche altre attività che ci fanno capire com'è la vita dei missionari saveriani. Infatti, abbiamo pregato con loro la mattina presto, recitando le Lodi e partecipando alla Messa mattutina; abbiamo pregato con loro anche prima di andare a dormire recitando la Compieta.
Abbiamo visto il contributo importante che i missionari offrono alle parrocchie di Salerno e provincia. Li abbiamo visti andare avanti e indietro instancabilmente, senza mai sentirli lamentare di non aver voglia o di essere stanchi.
Insomma, dopo una settimana così, chiunque riuscirebbe a considerare quella casa come un luogo dove essere accolti e ascoltati, semplicemente per stare in compagnia e crescere insieme spiritualmente e umanamente.
Dopo una settimana vissuta così, capite anche di far parte di una grande famiglia e di poter contare sempre su di loro.
Non limitatevi, perciò, a leggere questo articolo e a decidere se credermi o no. Provate voi stessi, e poi mi direte se anche per voi non è così!