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Padre Diego, missionario in Amazzonia ci descrive in breve l'ingiustizia che pesa sul popolo brasiliano.

La Chiesa brasiliana ha fatto una scelta: sull'esempio di Cristo si è posta preferenzialmente al lato dei poveri.

Il popolo brasiliano, mai come oggi, ha sofferto privazioni e ingiustizie che lo stanno portando ad una tragedia senza precedenti. La drammatica situazione attuale è il risultato delle politiche dei potenti che si spartiscono e si tramandano il potere fin dai tempi dell'invasione del continente sudamericano da parte dei portoghesi e della politica, imposta dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, che segue la dottrina neo-liberalista, adottata dalla maggioranza dei Paesi del Nord del Mondo. Così il Brasile continua ad essere una colonia del Nord.

chiesa brasilianaI risultati delle ultime elezioni mostrano come ancora una volta il popolo brasiliano sia stato condizionato dalla classe dominante nella scelta del Presidente. Un popolo dalla "pancia vuota" non in grado di partecipare da protagonista al processo di democratizzazione del suo Paese. Quando 80 milioni di persone soffrono la fame non si riesce a informarle e formarle, perchè non hanno tempo di stare a sentire, di studiare, di organizzarsi, di agire: la cosa più urgente è trovare da mangiare per sopravvivere un altro giorno. I miserabili continuano ad essere esclusi dalla collaborazione attiva nella crescita e nei cambiamenti radicali del Paese.

Nel gruppo degli esclusi troviamo anche i duecento popoli indigeni presenti sul territorio nazionale.

Anche loro, oggi più che mai, stanno soffrendo le conseguenze del neo-liberismo che non riconosce il diritto di esistere alle società che non adottano il capitalismo. Lo sfruttamento selvaggio delle ricchezze del suolo e sottosuolo di proprietà dei popoli indigeni li ha portati sull'orlo della scomparsa fisica e culturale. Di questo sono diretto testimone avendo vissuto fino all'agosto del 1993 in un villaggio degli indios Kayapò e poi in contatto con altri sei popoli sul territorio della nostra diocesi.

Il taglio di legname privilegiato, le miniere d'oro e di minerali ricercati, il latifondo, l'aumento delle invasioni da parte di centinaia di migliaia di "senza terra", rappresentano la costante minaccia che accompagna la vita di quelli che restano i legittimi abitanti della terra chiamata oggi Brasile.

Per usare un'espressione di facile comprensione che più ci può comunicare il dramma che vede protagonisti gli indios brasiliani, sta succedendo con loro quello che successe con gli indiani del Nordamerica. Come rispondere al grido degli oppressi che interpella le nostre coscienze e pretende di interpellare anche le nostre pance?

Come e cosa fare perchè "tutti i popoli conoscano lui, l'unico e vero Dio?".

La Chiesa brasiliana ha fatto una scelta: sull'esempio di Cristo si è posta preferenzialmente al lato dei poveri. Non è stata una scelta facile e non è facile continuare a camminare e a lottare a fianco di chi soffre. Ma la Chiesa è lì presente con una testimonianza incarnata, sull'esempio di Cristo Liberatore. E' una presenza solidale e costante che ha ridato, anche grazie al sangue dei suoi martiri, speranza a decine di milioni di esclusi.

La Chiesa non è sola nel vivere la profezia, ma cammina assieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà illuminati dallo Spirito, che si impegnano per costruire un mondo migliore: un mondo più umano e alla portata di tutti. I movimenti popolari e le organizzazioni nazionali ed internazionali alleate nella lotta di liberazione degli indios e di tutti i poveri, aderiscono sempre più alle proposte e alle iniziative promosse dalla Chiesa.

Vogliamo partecipare anche noi, come credenti, a questo processo di liberazione? Vogliamo essere Testimoni, anche noi costruttori di Pace e di Giustizia?

Non basta dedicare alla missione il tradizionale mese di ottobre: sempre siamo chiamati a riflettere sulla nostra missionarietà per rinnovarci. Regalare cinque minuti del nostro tempo a chi si sente solo, un sorriso a chi è afflitto, quattro passi con chi vive sempre chiuso in casa, attenzione a quelli che contano solo agli occhi di Dio, forse ci farà scoprire Dio presente in tutti e in tutto.

Se sapremo fare questo saremo già missionari e potremo anche puntare più in alto: pensare ai lontani e solidarizzare con loro.



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