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Alcuni mesi fa, i saveriani mi hanno informato della loro richiesta ai vescovi del Burundi di aprire la causa di beatificazione per p. Aldo Marchiol, p. Ottorino Maule e la volontaria Catina Gubert, assieme al presbitero, Abbè Michel Kayoya e a 40 giovani seminaristi di Buta, tutti trucidati.

Ho trasmesso alcuni nominativi di parenti e persone che hanno conosciuto p. Aldo. Potranno servire da testimoni per definire la sua personalità e raccontare qualche episodio, anche fatti semplici di vita quotidiana. Il padre postulatore, p. Guglielmo Camera, ha poi invitato i parenti dei tre martiri saveriani a un incontro che si è tenuto a Vicenza il 27 aprile. Ho partecipato anch’io insieme a mia moglie. Ci hanno comunicato che tutti i vescovi del Burundi erano d'accordo nel procedere con la causa. Tutta la documentazione è stata dichiarata regolare dalla Congregazione dei Santi e questi martiri sono fin da ora “Servi di Dio”.

Queste notizie possono far piacere a chi ha conosciuto p. Aldo, oltre ai parrocchiani di S. Pio X e a tutti i cittadini di Udine. Non è facile parlare di p. Aldo; egli stesso rifuggiva dal raccontare di sé. Era prostrato da una condizione fisica delicata. Continue emicranie gli hanno permesso di partire per la missione solo dopo circa 20 anni dalla sua ordinazione. Il suo eloquio era essenziale, senza divagazioni. Mai voleva farsi vedere istruito, mai ha imposto il suo pensiero. Era una persona schiva, ma non per indifferenza. Sembrava, piuttosto, impegnato a mostrare la necessità di guardare anche oltre la vita contingente che, senza la prospettiva dell'eternità, si riduce a essere banalità. Stesso atteggiamento che ho sempre percepito nel fratello Bramante, missionario degli Oblati di Maria, di essere nel mondo, ma non del mondo.

Ha messo davvero tutta la sua persona nelle mani di Cristo, per essere testimone della sua resurrezione. I giudizi sulla realtà di ingiustizia in Burundi e sulle difficoltà e incomprensioni anche all'interno della chiesa non mancavano, ma mai erano rivolti come accusa verso qualcuno. Piuttosto, mostrava quanta pena e sofferenza ciò gli provocasse. Le poche foto che abbiamo e che quasi sempre lo mostrano con il breviario in mano non sono una montatura, ma una realtà che ricordo fin da bambino. Quando veniva a trovarci mi chiedevo cosa mai fosse quel libro, poi ho capito come fosse essenziale per lui. È stato a pranzo da noi la domenica prima della sua ultima partenza nel 1995. Abbiamo cercato di dissuaderlo dal ripartire, viste le notizie dei continui massacri che si stavano perpetrando in Burundi. La risposta è stata come sempre un sorriso, facendoci capire di nuovo, senza tante parole, dove e a cosa lui si sentisse chiamato.

Questo breve ricordo spero possa contribuire a mantenere viva la memoria di p. Aldo, con la consapevolezza di come lo Spirito Santo abbia operato in lui e, di conseguenza, possa farlo in ciascuno di noi. Abbiamo bisogno di testimoni che ci facciano presente che la nostra meta ultima è la vita eterna.

In occasione della sua morte, un giornalista scriveva su di lui: “P. Aldo sosteneva di temere i giornalisti quanto il diavolo e ci accoglieva nel quartiere generale dei saveriani con una smorfia dettata dal suo carattere burbero e scontroso. Tutta apparenza: le semplici stanze avevano il letto pronto e c'era sempre un posto a tavola. Geloso del suo ufficio, che chiudeva a doppia mandata, lo metteva a nostra completa disposizione guardando la scena con orrore. Maniaco dell'ordine e della tranquillità, in fondo era compiaciuto che qualcuno denunciasse gioie e miserie della sua terra d'Africa. Non pretendeva nulla in cambio e ci intimava di non fare il suo nome perché aveva già abbastanza guai. Da friulano tutto d'un pezzo, era introverso e riservato, ma con il passare dei giorni si capiva che questi giornalisti sempre fra i piedi, cominciavano a diventargli simpatici”.
Se altri tra voi hanno ricordi personali, anche semplici, mi contatti. Sono utili da includere nella pratica del processo di beatificazione.

In ottobre, la parrocchia S. Pio X di Udine organizzerà qualcosa per far conoscere p. Aldo alla comunità, essendo il mese straordinario della missione. Al momento di andare in stampa, non abbiamo ancora notizie su cosa si farà precisamente. Però, per avere maggiori informazioni si può telefonare ai missionari saveriani di Udine 0432 471818, chiedendo di p. Lorenzo Mattiussi che sarà il referente.



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