[di Angelo Marasca]
Domenica 8 luglio 2018, si è riunito, presso la casa dei Missionari Saveriani di Zelarino, un piccolo gruppo di quattordici ex allievi che nel lontano 1972, era giunto in quella struttura, per proseguire nel proprio percorso di formazione missionaria.
La motivazione ufficiale dell’incontro era il festeggiare insieme il sessantesimo compleanno, ma tutti erano lì per il piacere di incontrare i compagni di un tempo e ripercorrere di nuovo, ancora per un giorno, i vecchi corridoi, rivivere i momenti felici e non, trascorsi insieme e riassaporare il gusto aspro, ma così dolce di un adolescenza interamente condivisa e convissuta tra tutti loro. Sono giunti da diverse regioni d’Italia e persino dalla lontana Cina.
Dopo i saluti, gli abbracci e un “tour” dei locali restaurati della casa, il gruppo, arricchito da alcuni familiari, si è recato nella cappella per la messa celebrata da Padre Martino Roia, loro compagno di classe. La funzione è stata accompagnata da canti mai più provati da oltre quaranta anni che sono sgorgati dal cuore e, a parte qualche piccola incertezza, hanno reso la funzione anche più sentita e partecipata.
Commovente è stata l’omelia di P. Martino, interamente fondata su un sentire il vangelo che affonda le proprie radici, proprio nell’esperienza comune del periodo trascorso insieme. Conclusasi la funzione religiosa, per il gruppo è giunto il momento di un pranzo condiviso nella sala un tempo adibita a palestra. Molte le portate che hanno scandito il tempo del desinare e un fiume di ricordi, aneddoti e risate si sono mescolati ad esse rendendo, come se fosse possibile, tutto migliore.
Poche ore insieme sono bastate per fare riemergere antiche amicizie sepolte dal tempo e non più coltivate da decenni, poche ore insieme e la comunità che si era persa nel tempo e nello spazio è tornata a pulsare vigorosa come in passato.
Nel pomeriggio si è tenuta una tavola rotonda dove ciascuno ha messo in comune le esperienze di vita maturate nei numerosi anni trascorsi lontano. Le storie e le vicende personali si sono intrecciate, i ragazzi di un tempo hanno percorso strade divergenti, ma tutti hanno conservato nell’anima l’insegnamento impartito loro dalla scuola di vita dei Missionari Saveriani.
Il vivere nel rispetto e al servizio dell’”altro” è stata una costante e per tutti una gioiosa regola di vita.
Finita la condivisione delle esperienze di vita vissuta, il gruppo è passato alla condivisione di uno spirito, questa volta di vino, sui tavoli sono spuntate come funghi molte bottiglie “di quello buono” e dopo qualche brindisi e un numero impressionante di foto, è giunto il momento dei saluti, gli ultimi abbracci, le ultime foto insieme, una, per non prendersi troppo sul serio, rigorosamente con il naso rosso, da pagliaccio.
Dopo i saluti ciascuno ha ripreso la sua strada, ancora lontano. Erano in Quattordici, forse pochi, ma salta alla mente una frase dell’Enrico V di Shakespeare:
“Loro pochi, loro felici in pochi, loro manipolo di fratelli.”
Angelo Marasca
