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Casa Saveriana

Udine



Presentazione

La comunità saveriana di Udine è composta da missionari che hanno alle spalle una ricca esperienza missionaria, frutto di un periodo di vita passato in missione o al servizio della congregazione.


Oltre a prestarsi per alcuni incarichi comunitari di accoglienza e di manutenzione della casa, collaborano con la Caritas diocesana e con il Centro Missionario diocesano per l'animazione missionaria della pastorale nei suoi diversi settori. Inoltre, sono disponibili ad aiutare i parroci nel ministero pastorale.

La celebrazione della Parola e dell'Eucaristia dà l'opportunità di offrire ai fedeli un messaggio missionario, in sintonia con il nostro carisma saveriano.

 È una pastorale un po' itinerante, proprio in stile missionario; in certi periodi è veramente intensa tanto che non sempre possiamo rispondere a tutte le richieste che ci vengono rivolte.

In ogni caso diamo la precedenza ai gruppi che chiedono ospitalità nella nostra casa, prestandoci anche per l'animazione di incontri e ritiri spirituali.

Vogliamo soprattutto essere una comunità aperta, generosa e attiva nel servizio e nel donarci a tutti attraverso molte iniziative come: incontri e ritiri per giovani, visite e celebrazioni nelle parrocchie, accoglienza dei migranti, conferenze di formazione alla globalità e di testimonianza di vita, mostre missionarie, ecc.

Venite a visitarci!

Testimonianza della famiglia Siriana

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Padre Andrea, con la famiglia Siriana :Kaldhoun, Dalea, Nikoula, Bhsara. (foto)

Sono passati quasi 30 anni da quando l’ex sede dell’Ente comunale di assistenza (Eca) di Buttrio, paesino a pochi chilometri da Udine, ospitò i profughi della guerra civile jugoslava. La palazzina – composta da tre appartamenti – venne restaurata negli anni ’90 dalla Regione Friuli Venezia Giulia e concessa gratuitamente al Comune, con l’indicazione di ospitare persone in fuga da conflitti. 

Oggi i suoi locali accolgono una famiglia siriana, di fede cristiano ortodossa.  Si tratta di quattro persone – padre, madre e due figli di 14 e 9 anni – giunte in Italia grazie ai corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio e autorizzati dal Ministero degli Interni. Fino a poche settimane fa hanno vissuto in Libano, dopo essere fuggiti dal caos di Homs, città protagonista di una sanguinosa offensiva dell’esercito contro i ribelli nel 2012.

“Vivevamo in una fattoria al confine tra il territorio controllato dallo Stato e quello sotto Al-Qaeda” ci racconta Khaldoun Ghareba, il papà della famiglia. Lui stesso è stato chiamato a combattere dal regime di Assad, vestendo l’uniforme per cinque mesi. “Poi sono scappato” confessa, raccontandoci come ha fatto a nascondersi per mesi interi agli occhi del regime. Nel 2016 oltrepassò a piede il confine, venendo raggiunto due anni dopo anche dalla sua famiglia.

Le scene che riaffiorano nella memoria colpiscono dritte allo stomaco, raccontate con una drammatica normalità dall’uomo che indica chiaramente cosa sia oggi la “normalità” in Siria. “I soldati dell’esercito approfittavano del conflitto per rubare alle persone - racconta ancora Khaldoun -, nessuno era completamente ‘pulito’”. Un giorno, aggiunge, gli è morta davanti una bambina, squarciata da una crivellata di proiettili lanciata indiscriminatamente contro la folla in una via. 

In patria sono rimasti alcuni familiari, ma comunicare con loro è spesso impossibile: “In Siria non c’è la corrente e internet non va quasi mai” spiega sempre Khaldoun. Adesso i suoi figli sfruttano la rete per studiare da casa, mentre il loro ingresso nella scuola locale è avvenuto ancora prima di Natale. I loro occhi vispi tradiscono un vissuto già carico di dolore e tensione, passato dall’abisso della guerra all’insicurezza di essere profugo in Libano, senza diritti e con poche certezze per il futuro. 

A scegliere Buttrio come sede ospitante è stata la stessa Comunità di Sant’Egidio, rivolgendosi a padre Andrea Gamba, il parroco di Buttrio,  Pradamano, Camino e Lovaria. “La nostra collaborazione parrocchiale si occuperà del sostentamento della famiglia” ha assicurato. I quattro sono arrivati in paese da pochi giorni, ma hanno già iniziato a partecipare alle attività locali, come l’accensione dell’albero di Natale in piazza. La comunità ha accolto subito i nuovi residenti, portando un piccolo aiuto o anche solo un saluto, facendo sentire il calore del benvenuto.

La richiesta di protezione della famiglia siriana è ancora al vaglio della Prefettura di Udine. Nel paese di Buttrio sono già presenti alcuni richiedenti asilo, ospitati dal progetto Sprar: una famiglia curda e alcuni ragazzi pakistani e bengalesi.



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