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Casa Saveriana

Udine



Presentazione

La comunità saveriana di Udine è composta da missionari che hanno alle spalle una ricca esperienza missionaria, frutto di un periodo di vita passato in missione o al servizio della congregazione.


Oltre a prestarsi per alcuni incarichi comunitari di accoglienza e di manutenzione della casa, collaborano con la Caritas diocesana e con il Centro Missionario diocesano per l'animazione missionaria della pastorale nei suoi diversi settori. Inoltre, sono disponibili ad aiutare i parroci nel ministero pastorale.

La celebrazione della Parola e dell'Eucaristia dà l'opportunità di offrire ai fedeli un messaggio missionario, in sintonia con il nostro carisma saveriano.

 È una pastorale un po' itinerante, proprio in stile missionario; in certi periodi è veramente intensa tanto che non sempre possiamo rispondere a tutte le richieste che ci vengono rivolte.

In ogni caso diamo la precedenza ai gruppi che chiedono ospitalità nella nostra casa, prestandoci anche per l'animazione di incontri e ritiri spirituali.

Vogliamo soprattutto essere una comunità aperta, generosa e attiva nel servizio e nel donarci a tutti attraverso molte iniziative come: incontri e ritiri per giovani, visite e celebrazioni nelle parrocchie, accoglienza dei migranti, conferenze di formazione alla globalità e di testimonianza di vita, mostre missionarie, ecc.

Venite a visitarci!

Pregiudizi e paure...Nel ricordo delle montagne innevate di Berat

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Volevo visitare l'Albania da molto tempo.

Vicina a noi dal punto di vista geografico, ma poco conosciuta, con forti differenze sociali tra la costa che si è aperta al turismo e alle industrie, e la montagna ancora povera e arretrata.

Ho accolto l'invito di padre Andrea ad un viaggio in Albania con un gruppo di persone, che per le diverse competenze e sensibilità, mi offrivano la possibilità di vedere le cose con un’altra prospettiva.

Lo scopo di questo viaggio non era turistico ma di conoscenza di diverse realtà alla periferia di Tirana, e alle città di Scutari e Berat.

Sono partita sulle difensive e senza prepararmi troppo, con poche idee confuse e non aggiornate, forte solo di alcuni stereotipi ben consolidati sul paese e sugli albanesi in genere.

Avevo una valigia piena di ansie e di paure oltre che piena di cose inutili, cose di cui in realtà non ho avuto minimamente bisogno.

Con questo gruppo di persone mi sono trovata molto bene nonostante le differenze di età, di abitudini e di esperienze. Tutti sono stati molto accoglienti e comprensivi,.condividendo momenti di allegria e di grandi risate e momenti di tanta tristezza e di riflessione.

A volte mi è mancato il tempo di riflettere da sola e avrei voluto isolarmi per rielaborare sensazioni provate, testimonianze ascoltate, e tante cose viste.

Le persone che ci hanno ospitato sono state fantastiche!

In ogni luogo abbiamo trovato grande accoglienza, attenzioni, calore e simpatia. Tante persone vere che ci hanno aperto non solo le loro case ma anche i lori cuori con il racconto delle loro esperienze di vita.

.Gli incontri con le persone mi hanno offerto la possibilità di cambiare le mie idee, senza giudicare e con la convinzione che nel tempo avrei dovuto modificare la mia rigidità. Spesso mi sono poi sentita inadeguata nel modo di esprimere il mio pensiero e nel formulare le domande che mi venivano in mente.

Mi sono sentita inadeguata soprattutto nei confronti della fede cristiana che ho percepito viva, forte e sicura in tante persone che ho incontrato.

Mi sono sentita impotente di fronte a tante sofferenze e a tanti bisogni, delle volte arrabbiata per le ingiustizie e le diseguaglianze, per la mancanza di prospettive di tante persone.

Mi sono sentita egoista per aver fatto ben poco per gli altri, ipocrita nel voler aiutare persone lontane e non voler aiutare persone vicine come i familiari, gli amici, i vicini di casa, di lavoro o chi è ai margini nella comunità in cui vivo.

Ripensando alla intensa esperienza di viaggio in Albania mi vengono in mente tante parole.

Prima di tutto: Male,.atrocità, sofferenze, soprusi, vendette, violenze, torture, privazione delle libertà, della dignità e della vita ,pensando al carcere di Scutari e alle tante testimonianze sul periodo della dittatura..

E ancora fragilità, emarginazione, abbandono, solitudine, disperazione, sfruttamento.

Penso ai senzatetto ospitati nel centro di accoglienza di Tirana, alle persone con handicap di Berat, alle donne vittime di violenza, alle persone sopraffatte dalle dipendenze o con problemi psichici accolte a Scutari dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, alle donne di Bathore costrette a un lavoro precario, duro e mal remunerato.

.

Nei volti vedo parole come devozione, preghiera, affidamento a Dio per tante persone che abbiamo incontrate.

Determinazione, dedizione e impegno, pensando ai tanti religiosi e laici che si spendono in prima persona per sollevare i più poveri, gli ultimi..

Le parole bellezza e pace. mi ricordano le montagne innevate di Berat e la cattedrale ortodossa, la moschea di Scutari, la chiesa cattolica di Bathore e la cattedrale di Tirana.

Con la parola SPERANZA penso ai bambini che giocavano nell'oratorio di Bathore e i tanti giovani albanesi che studiano, lavorano e si impegnano per un futuro migliore.

Penso alla condivisione .di difficoltà e di problemi ma anche di risorse, di idee, di progetti, di conoscenze, di impegno e speranza!

Il viaggio in Albania è stata per me un'esperienza molto positiva.

Un'occasione di incontro e di confronto prima di tutto con le persone del gruppo e poi con le tante testimonianze ricevute negli incontri..

E’ stato utile conoscere meglio il passato e il presente di questo paese, di cui sapevo poco, attraverso la testimonianza diretta di persone che si impegnano per una vita più dignitosa.

Un'esperienza che vorrei ripetere per approfondire la conoscenza dell'Albania e per dare un sostegno e un segno di vicinanza alle persone che ho incontrato.

CARLA FERRO



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