Skip to main content
Condividi su

Preparando l’omelia alcune settimane fa, leggevo un commento sulla fede in Italia.

C’è chi presenta la situazione à tinte fosche: “Calo vistoso della partecipazione alla messa domenicale, seminari ormai svuotati, giovani lontani, dialogo col mondo e con le istituzioni spesso votato alla contrapposizione e allo scontro… preti e vescovi che non sanno che pesci prendere, o si rifugiano dentro le loro chiavi di lettura, arroccandosi. I laici formati, quel meraviglioso gruppo nato sotto la spinta del Concilio, portano avanti il loro impegno nella Chiesa con fatica”

Poi l’autore del commento (Paolo Curtaz) citava il libro dal titolo “Dio a modo mio” (Bignardi, Milano, 2016). Dove il modo di vedere le cose è un po’ diverso, più sereno. “I giovani non frequentano più la Chiesa… Ma Cristo non ha perso di credibilità, e nemmeno la nostalgia di Dio. Grande, immensa. Il desiderio rimane intatto, come confermano le più recenti indagini, ma che non trova un approdo, una sponda…”

A una comunità in prevalenza giovane, nell’omelia di domenica 3 luglio, facevo il confronto tra il Congo e il mio paese d’origine.

La fede è viva, anche tra i giovani. Le nostre chiese debordano la domenica, i seminari e gli istituti hanno vocazioni, i giovani frequentano movimenti e gruppi, i cristiani si organizzano in piccole comunità nei quartieri, le famiglie domandano con insistenza di battezzare i loro bambini…

La fede, tuttavia, è spesso mescolata alla devozione, alla ricerca del sensazionale, al bisogno di consolazione e di aiuto in una situazione di sofferenza e di povertà. Le chiese protestanti e le sette nella città di Bukavu e in tutto il paese sono aumentate.

Per questo, invito la comunità degli studenti universitari all’autenticità della fede, all’assimilazione e all’approfondimento del Vangelo, alla formazione di coscienze e al discernimento…Il papa Francesco ci guida con gesti, scritti e omelie, in particolare con il viaggio in Africa, verso un cammino d’apertura al sociale, alle periferie, ai poveri, i giovani, agli anziani, alla giustizia sociale, alla pace, al diritto alla scuola gratuita e al lavoro…

Il Papa, ancora, ha consegnato nella Giornata Mondiale della Gioventù un libro, che porta il titolo: DOCAT, che deriva dal verbo inglese “to do” (fare).  Il nuovo libro risponde alla domanda: “Che cosa fare?” ed è una introduzione alla dottrina sociale della Chiesa, indirizzato ai giovani, seguendo lo stile del catechismo YOUCAT del 2010.

Ho fatto subito a Parigi una richiesta di 20 copie.  Da tempo, tenevo nel cassetto un progetto: una scuola di introduzione alla dottrina sociale per laici. Con questo nuovo documento sarà più facilmente ora, con gli studenti e prof universitari, tentare una prima esperienza.      

La società congolese è in evoluzione ed è e sarà sempre più condizionata dalla “secolarizzazione”, più nei suoi aspetti negativi. La maggior parte dei dirigenti del paese ha frequentato scuole cattoliche e ora vive l’impegno sociale con compromessi per “avere, salire, comandare”, mettendo da parte il bene pubblico e la giustizia.  

SAGRE E… FESTE

Mi faceva notare, un confratello, che in questo periodo estivo in Italia ci sono tante feste patronali, mentre, in questo nostro paese adottivo, esistono ben altre ricorrenze.

Il mio comune, per esempio, festeggia i santi Pietro e Paolo. I paesi vicini, invece, San Luigi, Sant’Anna, San Teobaldo, Madonna della neve…

Non solo i santi sono occasione per stare allegri, ma anche tante altre feste o sagre legate soprattutto alla celebrazione di prodotti della terra: sagra dell’uva, del vino, della birra, delle castagne, della “polenta e musso” …

Nelle sagre ci sono le musiche tradizionali, il ballo, la cena all’aperto, la pesca di beneficienza, la vendita di tante golosità, il viavai della folla, gli innamorati e…varia. Ci si va volentieri con familiari e amici, ci si incontra, si chiacchera, si sta insieme, si mangia e si beve, si conosce nuova gente…  Alla fine si rientra briosi con qualche ricordo per i più piccoli…   

Qui, non ci sono quelle sagre pseudoreligiose, ma altre feste.

Ho sottomano gli inviti delle suore della Misericordia per la professione religiosa di quattro loro novizie; le Carmelite per i primi voti di altre quattro giovani; le Dorotee di Cemmo con sei di varie nazionalità; le suore della Santa Famiglia con tre, e le Missionarie di Maria, le Saveriane, per l’otto settembre, in casa nostra... 

La celebrazione più solenne, infine, è riservata alle ordinazioni sacerdotali in cattedrale, con l’arcivescovo, autorità e un popolo numeroso. 

Sono feste grandiose, commoventi, preparate con cura, con canti, con discorsi e… che domandano, a volte, una buona riserva di pazienza per coloro che non sono abituati ai tempi lunghi. 

Il foglio d’invito alla sacra funzione termina con la frase rituale: un bicchiere d’amicizia vi sarà offerto.

“Le verre d’amitié” non è la sagra del paese, ma l’occasione di vedersi, di salutare, di commentare, di gustare anche qualcosa che non è di tutti giorni. Perfino un buon sorso di vino, per il quale vale anche una messa cantata.

Con stima ed amicizia,

GIUSEPPE DOVIGO - Bukavu, 30 agosto 2016 - Lettera n. 156.



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito