Skip to main content

Papa Francesco: risonanze thailandesi

Condividi su

Stefano Vecchia, giornalista professionista, da anni in Asia, con base a Bangkok, da dove svolge la sua attività di corrispondente per varie testate italiane, tra cui la nostra, ci ha inviato queste risonanze sul nuovo papa. Avrebbero dovuto integrare il dossier del mese di maggio interamente dedicato a papa Francesco, ma per una svista non sono state pubblicate. Lo facciamo ora in questa rubrica, chiedendo venia all’autore.

Papa Francesco: risonanze thailandesi

STEFANO VECCHIA Bangkok, 7 aprile 2013.

“Per i critici si è trattato di un gesto pubblicitario, ma non è quello che ho pensato quando ho visto il video di papa Francesco che lavava e baciava i piedi di giovani carcerati tra cui donne e musulmani. Ho sentito un nodo alla gola e gli occhi hanno cominciato a lacrimare”. Così Sanitsuda Ekachai, “decana” del giornalismo investigativo in Thailandia, sottolineava quella che per i suoi connazionali è stata finora l’immagine “simbolo” del nuovo papato. “Io sono buddhista e – ammette Sanitsuda in un suo editoriale per il quotidiano di lingua inglese Bangkok Post poco dopo l’elezione – so molto poco dei riti cristiani, ma quello che papa Francesco ha fatto il Giovedì Santo parla a ciascuno, indipendentemente dalla fede di appartenenza. Un insegnamento profetico, quello di una vita di umiltà e compassione senza limiti; un agire profetico, di servizio agli ultimi; una risposta alle attese di ciascuno rispetto alla propria religione”.

L’Asia ha assorbito con curiosità le dimissioni di papa Benedetto e con interesse i problemi emergenti all’interno della Chiesa cattolica: abusi da parte di preti, cultura dell’impunità; problemi finanziari e corruzione esposti da Vatileaks; numero decrescente di fedeli praticanti; opposizione ai gay, alla contraccezione e all’ordinazione delle donne. Tutti problemi non estranei al buddhismo thailandese, alla sua organizzazione ampiamente burocratica e sempre meno in contatto reale con una società insieme tradizionalista e in evoluzione incerta.

Affetta anche da violenza di matrice religiosa nel lontano Sud, al confine con la musulmana Malaysia, e dalle contromosse – inefficaci e non sempre chiare – dei generali.

I thailandesi hanno quasi concordemente espresso ammirazione per Francesco, i media hanno segnalato come con il suo esempio sia facile recuperare i fedeli alla Chiesa, non attraverso l’insistenza su dottrine religiose e nemmeno attraverso la pompa e l’orgoglio che derivano dall’avere una carica elevata, ma attraverso atti di compassione senza ceppi e un ritorno alla semplicità e all’umiltà.

In un mondo bloccato dall’incomprensione, papa Francesco ha chiamato al dialogo, confermando quanto anche i thailandesi sanno ma spesso tendono a ignorare. Davanti a odio e violenza, il suo semplice appello a superare il male con il bene ha un effetto dirompente, anche per la sua semplicità, un tratto che ha sollevato anche la simpatia e il sostegno della gerarchia locale, dei religiosi e dei missionari attivi nel paese. “Mentre la Chiesa cattolica cerca di rispondere alle critiche avviando il cambiamento – sottolinea ancora l’editorialista del Bangkok Post – il clero buddhista thailandese cerca di sponsorizzare una legge che punisce i media perché infangherebbero la sua immagine”. “In modo simile alla Chiesa cattolica, i nostri giovani abbandonano templi e monachesimo, ma papa Francesco ha mostrato – conclude Sanitsuda Ekachai – che tornare all’umiltà e alla compassione è una mossa vincente per restituire centralità alla fede”.


Mauro Armanino, missionario della SMA, ci tiene costantemente informati sulle vicende del Niger. Pubblichiamo queste sue considerazioni sulla questione delle “estrazioni” di uranio e petrolio, mentre continua la guerra in Mali, che ormai sembra aver attraversato anche i confini del Niger.

Estrazioni nigerine

P. MAURO ARMANINO, SMA Niamey, 19 maggio 2013

[…] Sciopero nelle miniere di uranio di Azelik gestite dai cinesi. Nel giacimento di Akouta i lavoratori hanno messo in dubbio le cifre delle quantità di minerale estratto fornite dalla ditta. Ad Arlit, primo giacimento di uranio del Niger, manca l’acqua potabile per la gente del posto. E nel frattempo milioni di litri d’acqua vengono prelevati e utilizzati dalle falde acquifere. Il deserto ecologico conseguente condurrà allo spostamento della popolazione della regione.

L’industria è “estrattivista” in senso letterale. Si estrae ricchezza che serve altrove per far funzionare la produzione di energia. Da ormai quarant’anni. Solo che la terra promessa si allontana. E il monte Nebo che avrebbe potuto farla intravedere è costituito da scorie radioattive difese dai militari. La Francia ha speso almeno 70 milioni di euro per la guerra nel Mali anche per proteggere l’estrazione del futuro della popolazione. Il petrolio si estrae dal 2011 e anche in questo ambito non mancano le critiche. A Diffa, che si trova nell’estremo sud del Niger, i giovani chiedono posti di lavoro.

Lo ricorda la costituzione della settima repubblica. Tutti hanno diritto alla vita e alla salute. L’articolo 10 elenca i diritti e i doveri della persona umana. All’integrità fisica e morale. All’alimentazione sana e sufficiente. All’acqua potabile. All’educazione e all’istruzione secondo le condizioni definite dalla legge. La repubblica è fondata sull’estrazione delle ricchezze che dal popolo passano in poche e qualificate mani.

La povertà è una scelta politica che implica il traffico di droga e di medicinali contraffatti. […]



Per scaricare la rivista accedi con le tue credenziali d'accesso o abbonati.

Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito