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Islam: pensieri per il XXI secolo

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Al crescente interesse che si va diffondendo nei confronti dell’islam e dei musulmani, soprattutto nell’era del post 11 settembre, è corrisposto un notevole aumento dell’informazione disponibile sull’argomento: giornali, radio e tv sono ricchi di notizie, di servizi, di inchieste. Molta parte di tutto questo materiale, però, è dedicata alla cronaca, all’attualità, alle crisi, e non affronta un aspetto essenziale di ogni compagine umana: il pensiero.

Se dovessimo farci un’opinione limitandoci ai nostri media, ne potremmo legittimamente concludere che l’islam è fermo al XIII secolo o poco più.

L’islam è regolarmente presentato, infatti, come una civiltà bloccata, immersa nei secoli bui, che ha da tempo abbandonato ogni velleità di riflessione su se stessa e sui suoi rapporti con l’altro.

Forse che i musulmani oggi non si pongono domande, non elaborano un pensiero, non riflettono sulla propria storia e sulla propria tradizione religiosa?

Domande retoriche, ovviamente: pensatori e intellettuali che, spesso tra enormi difficoltà, si sforzano di dar vita a un rinnovamento del pensiero islamico e a traghettarlo nel mondo moderno esistono eccome.

Il dossier ha questa ambizione: cominciare a parlare di questi innovatori, dare un’idea dell’origine, dello sviluppo, della ricchezza e della complessità del pensiero islamico oggi e della fatica che essi incontrano nel fronteggiare le domande nuove del mondo contemporaneo. Un mondo per lo più sconosciuto alla cultura occidentale, anche la più attenta. Un mondo a cui val la pena di dare un’occhiata, se non vogliamo accontentarci di quell’immaginario collettivo duro a morire che vede nell’islam solo “veli, sciabole e tappeti”.



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