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IL PONTIFICIO CONSIGLIO / 50 ANNI AL SERVIZIO DEL DIALOGO INTERRELIGIOSO

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CINQUANT’ANNI DI CAMMINO

Il 19 maggio 2014 si è celebrato a Roma il 50o anniversario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso (Pcdi). La commemorazione è iniziata con la celebrazione eucaristica nella basilica di S. Pietro, presieduta dal card. Jean Louis Tauran, presidente del dicastero. Tra i concelebranti i cardinali: Francis Arinze, già presidente del Pcdi, Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani; Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali; Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura. Inoltre, i padri Miguel Ángel Ayuso Guixot e Indunil Kodhituwakku, attuali segretario e sottosegretario del Pcdi, altri presbiteri officiali e collaboratori del medesimo dicastero.

Nel pomeriggio si è tenuto un incontro aperto al pubblico sul tema: 50 anni al servizio del dialogo interreligioso. Alla lettura del messaggio del papa e al saluto di Tauran hanno fatto seguito la relazione di Ayuso e la conferenza di padre Damian Howard, sj dell’Heythrop College di Londra, dal significativo titolo: Risk and Resistance. Fifty years of Interreligious Dialogue in the Catholic Church.

Tra i partecipanti, numerosi rappresentanti delle religioni, il segretario generale della World Conference of Religions for Peace, docenti delle Università Pontificie, collaboratori esterni e amici del Pcdi. A tutti è stato distribuito il documento Dialogue in Truth and Charity. Pastoral Orientations for Interreligious Dialogue. Il testo, che fa tesoro anche delle indicazioni ed esperienze delle Chiese locali, offre importanti linee guida per continuare il non facile cammino del dialogo interreligioso.

Mentre ascoltavo la relazione di Ayuso ho rivissuto gli oltre 25 anni di cammino condiviso con il Pcdi, dal 1987, quando iniziai la mia attività in Giappone presso il Centro di dialogo interreligioso Shinmeizan, fondato dal saveriano padre Franco Sottocornola. Fin dall’inizio, infatti, Shinmeizan ha avuto frequenti contatti con il Pcdi, grazie alle reciproche visite. Un ricordo particolare va al compianto mons. Pietro Rossano che fin dal suo nascere ha seguito e sostenuto Shinmeizan. Una menzione speciale meritano le visite fraterne di mons. Michael Fitzgerald, segretario e presidente del Pcdi; di mons. Felix Machado, già sottosegretario e ora vescovo di Vasai in India.

Contatti che negli anni hanno assunto la forma di collaborazione più stretta, sia con la nomina a consultori di Sottocornola (dal 1996 a tutt’oggi) e di padre Pietro Sonoda, ofmconv (2001-2014), membro di Shinmeizan, sia per la partecipazione di ambedue e della sottoscritta ai colloqui buddhisti-cristiani organizzati dal Pcdi a Kaoshiung (Taiwan 1995), Bangalore (India 1998), Tokyo (2002), Roma (2013) e a numerose altre iniziative.

LA MISSIONE DEL DIALOGO

Quando nel 1964 Paolo VI istituì il dicastero per il dialogo – allora Segretariato per i non cristiani – ne chiarì anche l’obiettivo: favorire le relazioni amichevoli della Chiesa cattolica con i seguaci delle religioni non cristiane. Obiettivo precisato dalla successiva costituzione apostolica Regimini ecclesiae universae (1967): “È compito del medesimo Segretariato cercare il metodo e le vie per promuovere un opportuno dialogo con i non cristiani. Si preoccupa, dunque, che i non cristiani vengano conosciuti in modo esatto e vengano giustamente stimati dai cristiani e altrettanto affinché gli stessi possano conoscere ed apprezzare equamente la dottrina e la vita cristiana” (n. 99).

Se con questi pronunciamenti Paolo VI pose le fondamenta istituzionali del dicastero, furono però la sua enciclica programmatica Ecclesiam suam (6 agosto 1964) e la dichiarazione conciliare Nostra aetate (28 ottobre 1965) a fornire il fondamento teologico per il lavoro del Segretariato. Nel primo decennio (1964-1973), sotto la presidenza del card. Paolo Marella, fu predisposto il modus operandi per un dialogo fruttuoso.

Con l’apporto di esperti furono preparate le Linee guida sul dialogo con i buddhisti, gli indù, i musulmani e i seguaci delle religioni tradizionali africane, accompagnate da riflessioni teologiche e pastorali presentate al pubblico attraverso il Bulletin Secretariatus pro non Christianis, che assunse poi il nome di Pro Dialogo.

Durante la presidenza del card. Sergio Pignedoli (1973-1980) – segretario Rossano (1973-1982) – ci fu un lavoro di consolidamento ed espansione attraverso incontri formali con le Conferenze episcopali locali e i leader delle religioni per incoraggiare la via e la prassi del dialogo i cui frutti confluirono nella prima Sessione plenaria (1979). Sotto la presidenza di mons. Jean Jadot (1980-1984) – Rossano e successivamente mons. Marcello Zago (1983-1986) segretari – la riflessione teologica del Pcdi trovò espressione nel primo documento del dicastero: Dialogo e missione (1984). Traendo i fondamenti teologici dal Vaticano II, il documento pone esplicitamente il “dialogo” nel contesto della missione della Chiesa e offre “elementi di soluzione alle difficoltà che possono nascere dalla compresenza nella missione dei compiti di evangelizzazione e dialogo” (n. 7).

Con le presidenze di Arinze (1984-2002) e di mons. Fitzgerald (2002-2006) – sottosegretari padre Giovanni Bosco Shirieda e Machado – viaggi e contatti si fecero più frequenti. Un’attenzione particolare fu riservata anche alle religioni tradizionali e ai nuovi movimenti per i quali, nel 1989, il Pcdi creò un nuovo settore. Su questi temi delicati, alle Conferenze episcopali furono indirizzate due lettere: Attenzione pastorale alle religioni tradizionali africane (1988) e Attenzione pastorale alle religioni tradizionali: Americhe, Asia, Oceania (1993). Nello stesso anno vide la luce lo studio Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul “New Age”, preparato dal Pcdi insieme al Pontificio Consiglio della cultura.

DIALOGO E ANNUNCIO

A fronte del progressivo affermarsi di teorie pluraliste, che riducono il ruolo e la funzione salvifica di Gesù Cristo e il dovere del “primo annuncio”, nel 1991 il Pcdi – unitamente alla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli – emanò Dialogo e annuncio. Scopo del documento è chiarire la “natura” del dialogo e il suo intrinseco legame con la missione, come inteso e proposto da Paolo VI e dal Vaticano II.

Il “dialogo di salvezza” – per citare il papa del dialogo – è infatti “un modo di esercitare la missione apostolica; è un’arte di spirituale comunicazione” (ES 83) e nasce da quell’interiore “impulso di carità” che spinge la Chiesa a diffondere “il patrimonio ricevuto da Cristo” (ES 66). Purtroppo queste premesse non sembrano aver sempre debitamente illuminato la riflessione teologica postconciliare sul tema, inficiando anche alcune prassi di dialogo nonostante Giovanni Paolo II ripetesse che “il dialogo interreligioso fa parte della missione evangelizzatrice della Chiesa […], non è in contrapposizione con la missione ad gentes, anzi ha speciali legami con essa e ne è un’espressione” (RMi 55), e Benedetto XVI confermasse che il dialogo interreligioso e interculturale è una “necessità vitale, dalla quale dipende in larga misura il futuro” (Colonia 2005).

Durante il pontificato di san Giovanni Paolo II, soprattutto, il dialogo della Chiesa con le tradizioni religiose conobbe un notevole impulso anche grazie a eventi divenuti “storici”, come le Giornate mondiali di preghiera per la pace da lui volute e celebrate ad Assisi: il 27 ottobre 1986; il 9-10 gennaio 1993 durante la guerra nei Balcani; il 24 gennaio 2002 a seguito dell’attentato alle Torri Gemelle. Attraverso queste Giornate, per le quali l’apporto del Pcdi fu fondamentale, apparve chiaro che le religioni, là dove non cedano alla strumentalizzazione politica e ideologica, possono e devono essere forza trainante di pace e di riconciliazione, così come ebbe modo di ribadire anche Benedetto XVI nell’incontro di Assisi 2011,  in occasione del 25o anniversario della storica Giornata del 1986. Una menzione a parte merita l’Assemblea interreligiosa organizzata dal Pcdi, per esplicito volere di Giovanni Paolo II (cfr. TMA 53), alla vigilia del Giubileo del 2000. L’evento, Alle soglie del terzio millennio: la collaborazione fra le religioni, al quale ebbi il dono di partecipare, si svolse in Vaticano dal 25 al 28 ottobre 1999 e riunì 200 rappresentanti delle varie tradizioni religiose.

IN UN MONDO DI TENSIONI E CONTRAPPOSIZIONI

Durante la presidenza di Fitzgerald e del card. Paul Poupard (2006-2007), in un clima internazionale di accresciute tensioni e contrapposizioni, il dicastero si fece promotore di vari incontri interreligiosi sul tema della pace.

  • Il primo, Le risorse spirituali delle religioni per la pace, cui parteciparono rappresentanti di cristianesimo, induismo, buddhismo, giainismo, ebraismo, islam e zoroastrismo, ebbe luogo a Roma nel 2003.
  • Il secondo, Le risorse per la pace nelle religioni tradizionali, riunì ventiquattro esperti cattolici delle religioni tradizionali dell’Africa, delle Americhe, dell’Asia e dell’Oceania, ancora a Roma, nel 2005.
  • Infine, nel 2006, in occasione del XX anniversario del primo incontro di Assisi (1986), il Pcdi con la collaborazione del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e dei Frati minori conventuali di Assisi organizzò un incontro di giovani sul tema Signore, fammi strumento della tua pace, cui parteciparono circa cento giovani provenienti da trenta paesi e appartenenti a dodici diverse tradizioni religiose.

Con la nuova presidenza di Tauran (2007), segretario mons. Pier Luigi Celata e ora Ayuso, un ulteriore sforzo è stato fatto per implementare e rafforzare nei vari paesi dell’Asia i rapporti con i leader delle tradizioni religiose asiatiche e con le Conferenze episcopali locali. In particolare, per quanto riguarda il dialogo con l’islam, oltre ai diversi comitati di collegamento con diversi partner islamici già esistenti all’interno del Pcdi, nel 2008 venne costituito il Catholic Islamic Forum a seguito della lettera indirizzata a Benedetto XVI da 138 esponenti musulmani. Dal 2012, poi, il segretario del Pcdi rappresenta la Santa Sede al Centro internazionale per il dialogo interreligioso e interculturale Re Abdullah bin Abdulaziz (Kaiciid) costituito a Vienna di cui è Founding Observer.

Altri progetti di collaborazione sono stati avviati nel 2013 con il ministero degli Affari religiosi della Turchia e dell’Iraq. In ambito ecumenico, infine, la collaborazione del Pcdi con il Cec (Consiglio ecumenico delle Chiese) e l’Alleanza evangelica mondiale ha portato, nel 2011, alla pubblicazione del documento Christians Witness in a Multi-Religious World: Recommendations for Conduct, ulteriore conferma della necessità di un fronte ecumenico solidale che renda più credibile ed efficace l’impegno interreligioso.

GUARDANDO AL FUTURO

Queste note non rendono giustizia all’enorme lavoro svolto dal Pcdi in questi cinquant’anni, un periodo segnato da mutamenti di portata planetaria. Basti pensare agli esodi di massa provocati da guerre e instabilità politiche, alle conseguenze della “Primavera araba” nel Nord Africa e in Medio Oriente, al rincrudimento dei fondamentalismi, all’intolleranza crescente del “pensiero unico” e della “dittatura del relativismo”, alla pervasività dei nuovi mezzi di comunicazione.

È in questa società globale in cui sembra dominare il “monologo” che la Chiesa – come ha fatto notare Howard nel suo intervento del 19 maggio – ha scelto profeticamente il “dialogo”, ossia quell’attitudine che lascia spazio all’altro, chiunque esso sia, che gli riconosce dignità inalienabile, libertà di coscienza e piena responsabilità nella costruzione di un mondo sempre bisognoso di giustizia e di pace. Un compito immane, che la Chiesa ha assunto in modo consapevole e irreversibile.

Un compito che richiede la collaborazione di tutti come ammoniva Giovanni Paolo II: “Tutti i fedeli e le comunità cristiane sono chiamati a praticare il dialogo, anche se non nello stesso grado e forma” (RMi 57) e come più volte, in questi decenni, ha chiesto il Pcdi sollecitando il coinvolgimento delle Chiese locali, dei missionari e degli operatori pastorali. Purtroppo bisogna riconoscere che, su questa nuova e ardua frontiera della missione che ormai attraversa tutti i continenti, gli Istituti missionari ad gentes sono stati  “assenti”.

A parte qualche eccezione, lasciata all’iniziativa e al carisma di singoli non sembra che gli Istituti abbiano assunto il “dialogo” come “servizio prioritario” alla missione, sia nelle scelte concrete, sia nella formazione del personale, sia nella prassi missionaria. Disattese sono spesso rimaste le richieste, soprattutto degli episcopati asiatici, che già dagli anni ’70 hanno indicato il triplice dialogo (con le culture, con le religioni e con i poveri) come la priorità della missione in Asia.

Programmatiche suonano invece le parole che papa Francesco ha indirizzato a Tauran in occasione del 50o del Pcdi: “Come il Cristo sulla strada di Emmaus, la Chiesa desidera farsi vicina e compagna di strada di ogni uomo. Una tale disponibilità a camminare insieme è tanto più necessaria nel nostro tempo, segnato da profonde e mai prima conosciute interazioni tra popoli e culture diverse. In questo contesto, la Chiesa sarà sempre più impegnata a percorrere la strada del dialogo e ad intensificare la cooperazione, già fruttuosa,

con tutti coloro che, appartenenti a differenti tradizioni religiose, condividono la volontà di costruire rapporti di amicizia e prendono parte alle numerose iniziative di dialogo”.

CINQUANT’ANNI DI CAMMINO Il 19 maggio 2014 si è celebrato a Roma il 50o anniversario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso (Pcdi). La commemorazione è iniziata con la celebrazione eucaristica nella basilica di S. Pietro, presieduta dal card. Jean Louis Tauran, presidente del dicastero. Tra i concelebranti i cardinali: Francis Arinze, già presidente del Pcdi, Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani; Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali; Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura. Inoltre, i padri Miguel Ángel Ayuso Guixot e Indunil Kodhituwakku, attuali segretario e sottosegretario del Pcdi, altri presbiteri officiali e co...


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