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CAMPAGNA ITALIANA PER LA TOBIN TAX

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È partita la raccolta di firme per introdurre una “tassa giusta” che riduca le oscillazioni dei tassi di cambio e fornisca risorse per investimenti sociali.

Il 24 gennaio 2002 la sezione italiana dell’Associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie per l’aiuto ai cittadini (Attac-Italia) ha lanciato la Campagna italiana per la Tobin Tax.

Il comitato promotore, composto da esponenti del mondo politico e sindacale, dell'associazionismo e della cultura, punta a raccogliere entro sei mesi le 50mila firme necessarie a presentare in Parlamento la Proposta di legge di iniziativa popolare intitolata “Costituzione di una commissione atta all’elaborazione di una proposta per l’istituzione di una imposta europea sulle transazioni valutarie ed eventuale istituzione di un’imposta nazionale”.

L’obiettivo è l’introduzione di una tassa sulle transazioni valutarie, comunemente chiamata Tobin Tax, dal nome del suo inventore, il Premio Nobel per l’Economia James Tobin.

PERCHÈ LA TOBIN TAX?

La Tobin Tax è un’imposta di modesta entità, pari allo 0,05-0,1%, da applicare a tutte le transazioni valutarie (cioè a tutte le operazioni di compravendita di una moneta). Essa produrrebbe, secondo una stima prudente, un gettito di circa 100 miliardi di dollari l’anno.

Negli ultimi anni l’economia mondiale si è profondamente trasformata, con l’enorme crescita del settore finanziario: ogni giorno esso muove 1,5 miliardi di dollari, per il 90 per cento in operazioni di acquisto e vendita di valuta puramente speculative, cioè miranti a trarre profitti scommettendo sulle oscillazioni future dei tassi di cambio e sganciate dal commercio mondiale di beni e servizi, il quale ammonta a soli 4,3 miliardi di dollari l’anno. Ciò ha provocato l’aumento dell’ineguale distribuzione del reddito a livello internazionale e ripetute crisi finanziarie (Italia e Gran Bretagna, Messico, Sud-est asiatico, Russia, Brasile, Argentina), sfociate nella recessione economica, con i conseguenti di fallimenti di imprese, disoccupazione, perdita del potere di acquisto dei salari.

Di fronte a questa situazione, appare necessario rafforzare il potere di intervento delle autorità politiche, attribuendo loro rinnovati strumenti di controllo e di governo delle dinamiche economiche.

La Tobin Tax è uno di questi. Essa, data l’aliquota bassa, inciderebbe considerevolmente sui costi sugli investimenti a breve termine, cioè quelli speculativi, disincentivandoli, mentre non avrebbe effetti di rilievo su quelli produttivi e di medio-lungo periodo.

Ciò permetterebbe di garantire una maggiore stabilità al sistema finanziario, di monitorare i flussi di capitale al fine di combattere l’evasione fiscale e il riciclaggio dei proventi di traffici illeciti, di ridistribuire in maniera più equa il peso tributario tra i diversi settori dell’economia e della popolazione e di reperire risorse da destinare, sul piano nazionale, a politiche di lotta alla disoccupazione e all’esclusione sociale, e, a livello internazionale, a programmi contro la povertà, per la salvaguardia dell’ambiente, per la tutela dei diritti umani e la prevenzione dei conflitti.

La campagna per la Tobin Tax punta a introdurre un “granello di sabbia" negli ingranaggi della speculazione finanziaria che impoverisce tutti, a vantaggio di pochi. La sua adozione sarebbe un primo passo verso il cambiamento del modello economico e sociale neoliberista a favore di “un altro mondo possibile”, fondato sulla democrazia, sulla giustizia e sui diritti dei popoli.


Per informazioni: ATTAC-ITALIA, Via San Carlo 42 – 40121 Bologna - Tel. 340/52922489 - e-mail: tassatobin@attac.org - www.attac.org/italia



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