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LA POLITIQUE FRANÇAISE DE COOPERATION. JE T’AIDE, MOI NON PLUS

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“Aiutiamoli a casa loro!” - Chi aiuta chi?

La politique française de coopération. Je t’aide, moi non plus, di Philippe Marchesin, L’Harmattan, Parigi 2021.

L’autore, insegnante e ricercatore nel Dipartimento di Scienze Politiche della Sorbona, da quarant’anni studia la cooperazione da vari punti di osservazione. Nel libro, di oltre seicento pagine, egli procede ad una “radioscopia degli aiuti”, con l’obiettivo dichiarato di “invertire la direzione del nostro sguardo sulle politiche di cooperazione, prendendo in considerazione meno ciò che il donatore dà che ciò che egli trattiene o riceve”. L’idea di flusso di aiuti, unidirezionale, è radicalmente rimessa in discussione a favore della tesi dell’aiuto-scambio, ed è rafforzata dall’analisi del binomio solidarietà/interesse, nel quale il secondo elemento prevale nettamente sul primo. La Francia espone ciò che dà, ma è molto più discreta su ciò che riceve. Marchesin parla di “schizofrenia” della cooperazione francese che, mentre dichiara di voler lottare contro la povertà – materia nella quale secondo alcuni è scarsamente efficace ed efficiente – in quanto strumento della politica estera attua pratiche direttamente finalizzate a promuovere l’interesse del paese sul piano politico, economico e culturale. 

Al riguardo, il libro riporta dati di carattere quantitativo che dimostrano come, grazie alla diplomazia economica, la Francia ottenga dai progetti finanziati tassi di ritorno che in alcuni casi superano il trecento per cento, e ciò grazie anche alla sua politica dell’offerta, cioè all’orientamento dei finanziamenti verso settori nei quali le imprese francesi hanno un vantaggio competitivo. Evidenti, nella scelta dei paesi con cui cooperare, sono anche le considerazioni economiche relative alla possibilità di accedere a poco prezzo a materie prime indispensabili all’industria francese. Claude Freud, citato nel libro, afferma che «la cooperazione è invitata a svolgere un ruolo di “intermediario” e di “supporto” a favore del settore industriale e commerciale, per accrescere le esportazioni e far diminuire la disoccupazione. In breve è incontestabile che aiutare il Terzo Mondo è aiutare se stessi». Ne sono una conferma anche le ingenti somme riservate all’assistenza tecnica francese, onnipresente nelle strutture statali delle ex colonie e nei progetti di cooperazione.  

Tra i criteri di attribuzione dei finanziamenti, figurano in buona posizione anche quelli di carattere geopolitico, per cui un paese viene selezionato e “aiutato” anche in base al suo potenziale contributo al rafforzamento della politica di influenza della Francia nel mondo. Gli aiuti francesi alla Cina, che oramai non può più essere annoverata tra i paesi meno sviluppati, sono da intendere anche in questo senso, oltre che per l’evidente interesse commerciale. Le ex colonie “fedeli” possono svolgere un ruolo prezioso all’Onu al momento delle votazioni. Strumentale al rafforzamento degli interessi economici e politici è anche la cooperazione sul piano culturale, che dedica risorse importanti alla diffusione della lingua e della cultura francese, indispensabili a facilitare la fluidità dei rapporti e degli scambi. 

Tutto ciò porta a concludere che “la cooperazione è la prosecuzione della colonizzazione con altri mezzi”. Con la differenza che ora si avvale anche della “complicità delle nuove elite africane, alla ricerca permanente di liquidità per loro stesse e per la loro clientela”. Una sezione importante è dedicata alla “evaporazione degli aiuti” che, stando a Bernard Kouchner, ex ministro francese degli Affari Esteri, può elevarsi a più del quaranta per cento. Ciò significa che, mentre costituiscono uno strumento di accumulazione per le elite, e un investimento redditizio  per la Francia, gli aiuti lasciano le popolazioni nella loro indigenza. Non serve quindi a nulla - conclude l’autore - aumentare quantitativamente gli aiuti se questi sono distribuiti come oggi.  L’Africa ha più bisogno di giustizia che di aiuti.
E la politica di cooperazione italiana?



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