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RINVIATO L’INCONTRO IN MEMORIA DI P. ARNALDO DE VIDI

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L’incontro con gli amici di “CEM Mondialità” in memoria di padre Arnaldo De Vidi, annunciato per venerdì prossimo 5 marzo ore 18.00, è stato rinviato a data da destinarsi, sicuramente dopo Pasqua, quando lo permetteranno le misure anti Covid-19, a Brescia, via Piamarta 9, nella storica sede dei Missionari Saveriani, dove dal 1998 al 2005 p. Arnaldo è stato direttore di “CEM Mondialità”. Intanto invitiamo tutti gli amici a riscattare ricordi, pensieri ecc. di e su p. Arnaldo, come il seguente di Lucrezia Pedrali, appena pubblicato sul mensile “Missionari Saveriani” 

IN RICORDO DI P. ARNALDO
di Lucrezia Pedrali 

Un giorno mi regalò uno dei suoi libri di poesie dal titolo Cuore Cosciente. Ma il senso del suo regalo era scritto nella dedica: “A Lucrezia. La poesia e la mistica (che i bambini hanno connaturali) salveranno il mondo”.

Era una indicazione pedagogica, per me insegnante, ma non poeta e non mistica. Riprendeva il tema di tante nostre discussioni, quando il mio essere “prosa” si fronteggiava con il suo essere poeta. 

Ricordo lunghi pomeriggi trascorsi ragionando sui temi della rivista CEM che lui allora dirigeva e nelle nostre conversazioni si infiltravano sempre suggestioni, immagini, pensieri, colori e suoni che apparentemente ci allontanavano dal centro del nostro discorso, ma che erano per lui dei fili che si annodavano a perfezione con la sua visione del mondo che andava sempre oltre.

Ogni tanto la discussione si concretizzava in quella che io ritenevo un’accusa nei miei confronti: “Tu appartieni al primo mondo!” e questo giudizio veniva applicato in molte circostanze ad altre persone e forse persino ad alcuni suoi confratelli. P. Arnaldo non si è mai sentito di appartenere a questo primo mondo. Viveva con disagio l’eccesso, l’opulenza, il disprezzo per i perdenti, il tecnicismo della scuola, la violenza dei più forti. 

Il nostro è stato un legame di amicizia fraterna, che si è consolidato nel tempo, anche durante i viaggi compiuti assieme per raggiungere i luoghi dove insieme avremmo tenuto i nostri laboratori formativi. Molti di questi pellegrinaggi ci portavano talvolta ad attraversare luoghi a lui molto cari nel Veneto ed erano occasioni di racconti più personali, di ricordi d’infanzia che scoprivamo essere molto simili perché simile era la provenienza dal mondo contadino.   

Ad un amico-fratello un saluto con le sue stesse parole:

“Mettiamo che i miei occhi
nascessero stanotte,
ogni notte.
Avrei in dono
perpetuo stupore”.



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