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IN MEMORIA DI MONS. PEDRO CASALDÁLIGA

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La Pasqua di mons. Pedro Casaldáliga segna l'ingresso nell'eternità non solo di un vescovo profeta, ma di quella straordinaria generazione di "santi padri della Chiesa latinoamericana", di cui egli era l'ultimo sopravvissuto, che ha saputo sognare, promuovere e incarnare una Chiesa popolo di Dio radicata nello spirito del Concilio Vaticano II e rinnovata nell'opzione per i poveri. 

Animato da una profonda spiritualità della liberazione, a dispetto di un fisico gracile mons. Pedro è stato un gigante della fede cristiana, dedicando la sua vita alle grandi cause dell'umanità, quelle della giustizia sociale, della lotta contro l'oppressione e la violenza, della protezione dell'ambiente, di un nuovo ordine mondiale basato sulla solidarietà. Con semplicità e coraggio si è battuto per la riforma agraria, ha difeso gli indios dell'Amazzonia ed è stato al fianco dei popoli latinoamericani che lottavano per la loro liberazione. 

La sua lettera pastorale del 1971, Una Chiesa dell'Amazzonia in lotta contro il latifondo e l'emarginazione sociale, segnò un'epoca. Le sue poesie-preghiere, non meno che il suo appoggio alle rivoluzioni in America centrale, hanno ispirato generazioni di cristiani impegnati nella trasformazione della società. Le sue Messa della Terra senza mali e Missa dos Quilombos hanno rappresentato i primi tentativi di inculturare la liturgia nelle tradizioni indigene e afrodiscendenti (salvo esserne vietato da Roma l'uso negli atti liturgici). 

Consapevole della necessità di un impegno organizzato della Chiesa a fianco dei poveri, negli anni Settanta fu tra i promotori della Cpt (Commissione pastorale della terra) e del Cimi (Consiglio missionario indigenista), ancora oggi all'avanguardia della Chiesa brasiliana. Per questo motivo subì persecuzioni, fu costantemente minacciato di morte, persino negli ultimi anni quando ormai il morbo di Parkinson lo costringeva su una sedia a rotelle, e vide i suoi collaboratori uccisi (nel caso di p. João Bosco Burnier, addirittura perché scambiato per lui). Spesso fu anche criticato nell'istituzione ecclesiastica per la sua richiesta di "riformare la Chiesa cattolica nelle sue strutture di potere, ministero e formulazione dottrinale", tanto da rischiare di essere rimosso durante il pontificato di Giovanni Paolo II, ma vedendosi citato nell'esortazione Querida Amazonia da papa Francesco. 

Con la libertà del mistico e del poeta, ha saputo coniugare il desiderio di una società più libera, giusta e democratica con la speranza in una Chiesa inclusiva, comunitaria e sinodale, capace di lodare Dio leggendo i segni dei tempi e trasformando la storia per fare spazio al regno di Dio. Punto di riferimento per molti cristiani in tutto il mondo durante la sua vita terrena, si erge oggi definitivamente a modello di discepolo di Gesù e del suo Vangelo. Come ha scritto il teologo ispano-boliviano Victor Codina: "Grazie, perché con la tua trasparente vita evangelica, ci avvicini al Mistero ultimo e in mezzo alle nostre notti oscure rendi più credibile e reale la nostra fede". O come ha detto la teologa Maria Clara Lucchetti Bingemer, ripetendo le parole di p. Inácio Ellacuria a proposito di mons. Romero, "con Pedro Casaldáliga, Dio è passato per il Brasile".



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