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Comunicato stampa / 2

SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE / QUALE FUTURO PER LA COOPERAZIONE?

Convegno di “Missione Oggi”
Brescia, 5 maggio ore 9.00-13.30

Agli inizi degli anni ‘60, nel giro di un decennio, si è sviluppato in Italia un gran movimento di solidarietà internazionale verso il “prossimo lontano”, allora rappresentato dal Terzo Mondo “defraudato”. Una solidarietà che si incarnò in tre forme, grazie anche alla nuova sensibilità maturata in seno alla Chiesa cattolica durante il Concilio Vaticano II: a) l’aiuto immediato e spontaneo, veicolato soprattutto attraverso l’avamposto missionario nei paesi in via di sviluppo; b) l’aiuto all’auto-aiuto con progetti economici o sociali dal basso; c) la cooperazione con soggetti autonomi e di pari livello, lavorando non più per loro ma con loro. Queste tre modalità di operare (e pensare) sono tuttora diffuse, nonostante la globalizzazione abbia ridisegnato le scenario mondiale.

Oggi, nonostante più di cinquant’anni di solidarietà e cooperazione, abitiamo un mondo profondamente segnato dall’impoverimento e dalle disuguaglianze: 2043 miliardari di tutto il mondo possiedono la ricchezza di 3,5 miliardi di persone. Stiamo andando verso il corto circuito e l’insostenibilità sociali. Basti pensare che, dal 2006 al 2015, la ricchezza dei miliardari è cresciuta del 13% (6 volte di più dell’incremento del salario annuo dei lavoratori comuni, cresciuto del 2%). Sono cifre impressionanti. Per cui, piuttosto che di solidarietà e cooperazione, dovremmo ritornare a parlare di un nuovo paradigma di sviluppo, per far fronte all’ideologia dell’emergenza umanitaria, che invece di risolvere i problemi ha cronicizzato in molti casi le condizioni di crisi e addirittura le situazioni di guerra. L’unica alternativa per la solidarietà e la cooperazione è rimettere al centro la politica e distinguere chiaramente le responsabilità e i compiti delle popolazioni locali da quelli dei paesi occidentali.

Per questo, oggi la società civile in tutto il mondo sta cercando di spingere i governi a investire negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG 2030) delle Nazioni Unite, che si occupano di salute, istruzione, posti di lavoro e cambiamenti climatici. Ma non sarà possibile raggiungerli, senza una massiccia riduzione delle spese militari e senza l’apporto indispensabile dei paesi poveri in termini di capitale umano e di risorse che questo produce. I numeri dimostrano, per esempio, che i flussi migratori sono portatori di solidarietà e predicono una globalizzazione fattiva della solidarietà internazionale. Solidarietà e cooperazione saranno credibili solo se innescano processi di sviluppo sostenibili, umani, partecipativi, disarmati, che non inseguono solo le emergenze.

Il tema è cruciale e la rivista “Missione Oggi”, che l’anno scorso vi aveva dedicato un intero dossier (luglio-agosto 2017), lo riprende in questo Convegno. Dopo l’introduzione del direttore, Mario Menin, prenderà la parola Eugenio Melandri per tracciare un profilo dell’attuale scenario mondiale. Seguirà l’intervento di Antonio Benci, che riscostruirà le origini e lo sviluppo della solidarietà internazionale in Italia. Spetterà a Massimo Chiappa fare una disanima della nuova legge sulla cooperazione internazionale, che sarà integrata da speciali Flash: di Francesco Vignarca sul rapporto cooperazione ed export di armi; di Mattia Prayer Galletti su cooperazione e obiettivi di sviluppo sostenibile; di Franco Valenti su cooperazione e migrazioni. Il Convegno si concluderà con un Forum di dibattito, seguito dal buffet offerto dall’Associazione Missione Oggi.


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