A mons. Luis Infanti De la Mora il premio Unesco per il Programma Idrologico Internazionale 2014.
Il servita italiano mons. Luis Infanti De la Mora, vicario apostolico di Aysén, nella Patagonia cilena, e firmatario nel 2012 della rubrica “Ultima di MO” su Missione Oggi, è stato insignito del “Premio Unesco per il Programma Idrologico Internazionale 2014” per il suo contributo alla protezione delle acque.
Il presule ha ricevuto da Isabel Allende, rappresentante del Senato, nella sede del Congresso, l’onorificenza conferitagli dal Comitato cileno per il Programma idrologico internazionale dell’Unesco (CONAPHI Cile) in seguito alla Lettera pastorale “Dacci oggi la nostra acqua quotidiana”, pubblicata da mons. Infanti nel 2008. Il vescovo affermava: “Siamo in un momento storico in cui ci viene data l’opportunità di un profondo cambiamento culturale, per far rivivere la vita del nostro pianeta”; ed invitava a riflettere sul valore dell’acqua come elemento vitale per l’umanità.
Giorni fa, parlando a Radio Universidad de Chile, mons. Infanti ha ricordato che “da allora è passato parecchio tempo e purtroppo non ci sono stati grandi cambiamenti, salvo l’annuncio dell’intenzione del governo di modificare il Codice dell’acqua e riconoscere l’acqua come un diritto fondamentale dell’uomo”. “Questo è stato un barlume di speranza, ma la luce è ancora molto nascosta”, ha detto il vescovo. E ha aggiunto: “Non vorrei che questo ritardo, già abbastanza significativo, sia il risultato delle pressioni di alcune lobby, dei proprietari dell’acqua in Cile, perché chi ha il potere dell’acqua ha più potere di quelli che detengono il business del petrolio”.
Per mons. Infanti la proprietà dell’acqua è anche questione di sovranità, come ha ripetuto diverse volte, citando il caso di Aysén, dove il 96 per cento delle risorse idriche appartiene alla società italiana Enel.
- MAURO CASTAGNARO, Redattore di Missione Oggi.
