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CONGO RD / AUMENTANO LE DIFFICOLTÀ IN VISTA DELLE SCADENZE ELETTORALI

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I membri del Comitato laico di coordinamento (Clc) provenienti da più province del paese si sono riuniti in congresso dal 30 aprile al 1° maggio 2018 per fare il punto sulla situazione. Analizzando l’evoluzione degli eventi constatano diversi ostacoli che si oppongono all’attuazione del processo elettorale già calendarizzato.

  1. Le scadenze: il 24 giugno 2018 si dovranno ricevere e decidere le candidature dei deputati provinciali. Il 25 luglio 2018 si riceveranno le candidature alle elezioni presidenziali e quelle a deputati nazionali. Davanti a queste scadenze la Ceni (Commisione elettorale nazionale indipendente) continua a difendere il progetto della “macchina elettorale” (voto tattile) la cui tecnologia è stata sconsigliata dai paesi amici e persino dal paese di provenienza di questa tecnologia. Il 19 settembre 2018 la Ceni dovrebbe rendere pubblica la lista definitiva dei candidati a tutti i livelli in vista degli scrutini presidenziali, legislativi nazionali e legislativi provinciali del 23 dicembre 2018.
  2. Le misure distensive: nessuna delle misure previste dagli Accordi di S. Silvestro è stata applicata. Nessun oppositore del regime è stato liberato; nessun esiliato politico è potuto rientrare nel paese; non è stato affrontato il contenzioso circa lo “sdoppiamento” dei partiti politici; non è stata interrotta alcuna procedura penale contro gli oppositori; non sono state tolte le misure che proibiscono le manifestazioni; la lista dei partiti politici autorizzati a partecipare al processo elettorale non è stata ancora pubblicata.
  3. La parzialità della Ceni: malgrado i consigli provenienti da molti paesi la Ceni si ostina ad imporre la “macchina per votare”; a volere un registro elettorale che è cartograficamente poco trasparente; a gestire i fondi elettorali destinati a queste elezioni dal 2012 in maniera opaca; sicché il budget elettorale, visibilmente troppo oneroso per le capacità del paese, diventerebbe un alibi per una ulteriore posticipazione delle medesime.
  4. La strumentalizzazione della Corte Costituzionale: la caratteristica di questa istituzione è la facoltà di invalidare le candidature e rettificare i risultati del voto. Da tempo essa ha dato prova di essere strumentalizzata dal regime di Kabila. Per esempio, sono stati nominati dei nuovi governatori di provincia nel settembre 2015, chiamati commissari speciali, e d è stato prorogato il mandato presidenziale nell’ottobre 2016. Queste operazioni sono flagranti violazione della Costituzione.

In seguito a queste fatti e al rifiuto del regime di attuare le “misure distensive” del clima sociale e politico, il Clc constata che il processo elettorale rischia di sfociare su scenari esplosivi: a) spostando ulteriormente le scadenze elettorali con il pretesto delle difficoltà operative e logistiche; b) andando alle elezioni senza l’applicazione delle misure necessarie per la distensione del clima politico e sociale, senza garanzie di trasparenza e di credibilità, con il verdetto già stabilito in anticipo da parte della Corte Costituzionale.

Il Clc rifiuta questi due scenari. Il popolo non tollererà nuove posticipi e meno ancora le elezioni farsa. Proprio per questo, il Clc interpella il capo dello Stato e il governo affinché facciano del loro meglio finché sono ancora in tempo per cambiare il corso della storia. Il popolo, infatti, non accetterà mai questo stato di cose e non si rassegnerà a questa situazione. Per questo il Clc ha deciso di stabilire un termine alla tregua sulle manifestazioni e ha annunciato la ripresa di nuove azioni pacifiche nelle città, villaggi, quartieri, strade, su tutto il territorio nazionale. Il Clc invita tutti i congolesi e le congolesi a prepararsi ad affrontare il peggio per ottenere quella dignità e libertà che fa parte del patrimonio del paese, purtroppo confiscato da chi lo governa.



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