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Camminare assieme in ricerca

Camminare assieme in ricerca

Continua la preparazione a distanza dei nostri giovani ragazzi in vista dell’esperienza formativa in Thailandia, nelle realtà missionarie dei confratelli saveriani presenti sul territorio. Una preparazione all’interno del progetto Giovani in Uscita e consolidata anche con la convivenza presso la casa madre di Parma nel mese di maggio.

Un autentico modo di camminare assieme in attesa della partenza e che sta permettendo di comprendere quanto la missione abbia tanto bisogno di questa unione.

Un tragitto breve, quello intrapreso in queste settimane, ma dove lo stare assieme ne è stata la parte più bella: condividendo ogni emozione e ogni momento di questa bellezza.

Ecco che allora l’incontro con Elisabetta Pelucchi, saveriana missionaria, andava proprio in questa direzione: un’altra autentica lezione di vita missionaria, testimoniata dal brano degli Atti scelto (At 8,26-40), in cui la fede condivisa ha reso possibile proprio l’amore fraterno tra due fratelli diversi ma, infine, vicini.

Ma chi sono questi due uomini? Due sconosciuti, così diversi. Un operatore di mensa ed un funzionario. Un uomo di cultura ed un uomo della strada. Un padre ed un evirato. Un greco ed un etiope. Un viandante ed un cercatore. Ma ugualmente posti all’inizio di una nuova vita. Questa è la prefazione della lectio incentrata sugli Atti degli apostoli, dove Filippo, nuovo testimone della parola, e l’eunuco, escluso dal popolo eletto ma ugualmente devoto e desideroso di incontrare Cristo, condividono un istante di vita.

Essi si incontrano su una strada, una strada deserta, una strada lontana dalla vitalità caotica della città. E qui la prima suggestione: come può una strada essere deserta?

Strada deserta che è percorsa da un carro. Carro che diventa luogo d’incontro tra chi legge e non capisce, l’eunuco, e chi ha ricevuto direttamente la parola di Dio, Filippo. Quest’ultimo che è stato portato a rialzarsi, a scendere da un letto, a scendere da un nuovo lato del letto, a scendere in una strada, una strada deserta. L’occasione è ghiotta, una brocca colma d’acqua di fronte ad un bicchiere assetato e vuoto.

La prima azione sembra scontata ma non lo è: Filippo non si impone sull’altro con la sua conoscenza ma chiede. Vuole conoscere l’altro, vuole che sia lui a mostrargli il suo bisogno. Filippo si prende cura di lui, cerca di capire cosa chiede l’altro. Solo poi si appresta a versare l’acqua di cui è colmo.

Elisabetta con questo brano ci ha ricordato come sia difficile scostarsi dalle proprie convinzioni. Solo accostandosi ai nostri fratelli con il cuore aperto e le orecchie predisposte all’ascolto potremo essere a contatto con chi ci sta vicino. Così Filippo ascolta e parla, fino alla domanda dell’eunuco “...cosa mi impedisce di essere battezzato?”. Ė il momento di testimoniare l’amore di Dio, l’amore che ci è sempre donato. Filippo scende insieme all’eunuco dal carro, insieme si immergono nell’acqua. Filippo si fa su misura del fratello che gli sta affianco. Ecco il messaggio di Dio, l’amore fraterno che siamo chiamati a testimoniare.

Proprio alla luce di queste distanze, che non ci allontanano, l’incontro è sempre possibile, vogliamo chiudere con una frase di Marilyn Monroe: “Solo alcune parti di noi possono entrare in contatto con gli altri e solo con alcune parti degli altri”.


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Pubblicato
01 Giugno 2022
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