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UNITA' DEI CRISTIANI - CAMERUN

UNITA' DEI CRISTIANI - CAMERUN
Abbiamo ricevuto questo messaggio dalla nostra missione del Camerun. La convidiamo...

Carissimi,

stiamo vivendo con i nostri vicini della “Chiesa Evangelica” e della “Chiesa Battista” la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). E’difficile comprendere, per i nostri cristiani, come, dichiarandosi tutti discepoli di Gesù, si faccia cammini separati, contraddicendo il progetto di Dio di unificare l’umanità nell’unico Padre.

Ma, come sappiamo bene, la realizzazione dell’unità non è così facile: il lungo cammino che ci ha tenuto distanti, ha scavato solchi difficili da cancellare.

L’unificazione, non solo dei cuori ma anche delle strutture ufficiali,  è in realtà soprattutto opera di Dio e richiede da parte nostra una vera libertà interiore, e la disponibilità a riconoscere che la nostra diversità può essere ricchezza più che ostacolo.

Ci siamo ritrovati nella chiesa evangelica dove io ho commentato il vangelo e il giorno seguente eravamo nella nostra cappella, dove il Pastore ha tenuto l’omelia (scambio degli amboni). L’alternanza delle corali e il clima festoso e fraterno hanno reso questi momenti di preghiera veramente belli e partecipati.

Un piccolo pasto condiviso a concluso in gloria.

Seguirà in questi giorni una giornata sportiva e un concerto con la partecipazione e l’incoraggiamento del vicario generale della diocesi. Sono piccoli passi che vogliono cancellare innanzitutto la distanza psicologica perché ognuno si possa aprire all'azione dello Spirito.

Prepariamo, a livello diocesano, anche la conclusione dell’anno della vita consacrata. Ma dobbiamo riconoscere che, in generale, non siamo abbastanza “fuoco”per “incendiare il mondo”, secondo l’augurio di Papa Francesco. Abbiamo celebrato proprio in questi giorni i funerali di due giovani e promettenti religiosi, per incidente e per malattia.  Siamo però convinti che Dio non lascerà mancare altri operai per la sua “vigna”.

Sono appena tornato dalla visita e la comunione ai malati, e ho profittato per  salutare la vecchia Virginie. È rimasta sola, con cinque bambini a carico, perché la figlia, madre dei bambini etvedova, è morta anche lei di malattia.  Ora la casa, in mattoni d’argilla crudi, è in parte crollata, riducendoli in un ‘unica stanza.  I cristiani del quartiere non sono assenti, ma hanno già tutti più problemi che possibilità di risolverli.

Il progetto della costruzione della nostra “chiesa parrocchiale” si definisce progressivamente ma ... siamo ancora lontani dalla possibilità di realizzarlo concreta-mente.

Porgo a voi tutti i miei migliori auguri di pace e di benedizione

per questo nuovo anno che si è appena aperto, perché possiate realizzare i vostri sogni immediati e quelli a lunga distanza! 


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Pubblicato
20 Agosto 2017
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