L’attività del mese di luglio in una comunità saveriana in Italia è una esperienza aspettata con ardore e gioia da parte degli studenti saveriani, è l’occasione per entrare in contatto con la gente di altre zone dell’Italia oltre a Parma, è un’opportunità per partecipare ai campi e fare attività diverse. Questo anno a causa del Corona virus la modalità dell’esperienza è molto cambiata e le possibilità d’imparare si sono ridotte. Per due di noi, Gael e Yudis queste possibilità si sono “ridotte” ulteriormente quando abbiamo saputo che avremmo speso il mese di luglio presso la casa generalizia di Roma, impegnati in lavori d’ufficio e di archivio. Infatti all’inizio non possiamo dire di aver accolto la proposta con grande entusiasmo. Ci chiedevamo: “Ma che proposta strana è mai questa, lavorare intanati nell’archivio della Direzione Generale durante una buona fetta dell’estate?”
Invece siamo tornati da Roma contenti e soprattutto coscienti che spesso il Signore della vita ci lascia positivamente. Ci è venuta in mente la parabola del grano e della zizzania, in particolare le parole del padrone del campo nel vangelo: “Il padrone rispose ai servi: lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura…” (Mt13, 30). La logica di Dio, così disarmante rispetto al nostro “buon senso” ci si è presentata in tutta la sua freschezza e novità. Davvero ogni proposta “strana”, se vissuta con la dovuta apertura d’animo, si trasforma in occasione di gioia. E così siamo tornati da Roma migliorati sia a livello comunitario (abbiamo vissuto per me un mese con i confratelli della Casa generalizia) e arricchiti per la conoscenza e la bellezza della città eterna.
Lavorare nell’archivio e scansionare libri e riviste della nostra congregazione ci ha permesso di scoprire con quanta dedizione e impegno i Saveriani si sono e si stanno impegnando nell’annuncio del Vangelo nei diversi continenti (anche in Italia) utilizzando tutti i mezzi necessari a nostra disposizione.
Mentre eravamo alle prese con la scansione dei numeri della ex Rivista CEM Mondialità abbiamo avuto modo di riflettere sul grande impegno e sulla grande creatività dei Saveriani in Italia nel far crescere una maggiore sensibilità missionaria e interculturale nel mondo della scuola e nel cuore di tante persone. È uno stile d’annuncio necessario ancora oggi, memoria non solo da custodire ma da sviluppare dentro il nuovo mondo digitale.
Oltre alla scansione di libri, guidati dalla professionalità di P.Gabriel Arroyo, abbiamo avuto l’opportunità d’imparare la grammatica del montaggio video, linguaggio di certo tra i più creatici per annunciare il Vangelo e fare animazione missionaria. I sociali media sono oggi strumenti per la missione.
Non saremmo completi nella descrizione del nostro mese a Roma se non raccontassimo del tempo trascorso visitando Roma. Ci siamo proposti di visitare i suoi “luoghi” simbolo: il Colosseo, la Basilica San Pietro, Santa Maria Maggiore, San Paolo, la Chiesa del Gesù (dove è custodito un braccio di San Francesco Saverio), etc., tutti luoghi significativi per la nostra fede. Possiamo certo dire di essere stati fortunati nell’incontrare confratelli che ci hanno donato del loro tempo accompagnandoci nell’incontro con le bellezze culturali, spirituali di Roma. Siamo a loro grati! E speriamo che la visita di questi luoghi abbia veramente accresciuto la nostra fede smentendo il detto che a dice che a Roma vi è tanta fede perché lì tanti la perdono.
Cosa dire ancora? Il tempo vissuto a Roma questa estate è stata arricchente e, volendo sintetizzare il tutto con una frase, potremmo dire che ogni esperienza, anche quelle che di primo acchito sembrano un poco difficili e strane, se accolte con animo aperto, sono occasione di crescita e di molte sorprese piacevoli. Ringraziamo tutti i confratelli della casa generalizia per aver contribuito in un modo o un l’altro a farci sentire a casa.
