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Villeggianti… per crescere

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La presenza saveriana nella diocesi di Udine ha ormai oltrepassato i settant’anni. Le persone passate nella nostra casa sono tante, a tal punto che contarle non è cosa semplice.

Tanti missionari hanno dedicato qui alcuni degli anni migliori della loro vita per poi partire per le missioni. Altri, una volta rimpatriati, si sono fermati come insegnanti ed educatori.

Un mese in montagna!

Ma soprattutto sono passati tantissimi ragazzi provenienti da un po’ tutto il Friuli. Allora erano chiamati “apostolini” perché intenzionati a seguire Gesù, il missionario del Padre, e si sono fermati a Udine per completare il primo ciclo delle scuole medie. Il cortile durante le ore di ricreazione diventava un’esplosione di gioia, di grida, di corse.

Al termine dell’anno scolastico, dopo una breve visita in famiglia, si partiva per un bel mese di vacanza in montagna. Eravamo attesi dalle nostre Alpi e soprattutto dalla gente del paese che ci accoglieva con tanto entusiasmo. Sono stati numerosi i paesi che ci hanno ospitato.

Il rosario lungo le vie del paese

fri Con P. Feminella1 1958Ora vi parlo di Cabia, un grappolo di case che, baciate dal sole, si raggiungeva per una strada tortuosa e ripida salendo da Piano d’Arta. La nostra presenza era la gioia e l’allegria di tutto il piccolo paese e del parroco. Il più delle volte, per queste vacanze in montagna, eravamo ospiti della struttura scolastica che il comune metteva gentilmente a nostra disposizione.

Le giornate erano abbastanza lineari: Messa in chiesa tutti i giorni, vari giochi nel cortile della scuola, una passeggiata pomeridiana e soprattutto, il rosario, sul finire del giorno, lungo le vie del paese in fila due a due. La gente si affacciava alle porte o alle finestre ed era felice di vederci passare con la corona in mano e pregare ad alta voce. Spesso si univano anche loro alla nostra preghiera.

Passeggiate e sketch!

Una volta alla settimana facevamo una gita rimanendo fuori casa per tutto il giorno. Allora ci attendeva una scampagnata lungo il torrente But con la possibilità per i più coraggiosi di tuffarsi nell’acqua alquanto gelida. Non mancavano i giochi come caccia al tesoro o quello della bandierina. C’erano anche dei modesti tentativi di arrampicarci su qualche monte. Certo, il gruppo (circa una cinquantina) non ci permetteva di fare degli allunghi più impegnativi…

Non mancavamo mai di intrattenere la gente con serate allegre, attraverso canti e scenette divertenti e anche con qualche spettacolo teatrale più impegnativo. Ma, si sa, le cose sono belle perché hanno anche un termine. E così giungeva anche per noi il giorno nel quale bisognava rimettere tutti gli ambienti in ordine, caricare sui camion militari materassi, pentole, arnesi di cucina e altro materiale per poi prendere la via del ritorno. Il saluto alla gente era sempre lo stesso e spesso anche commovente: grazie infinite e arrivederci al prossimo anno. 



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