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Universalità e apertura alla mondialità

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Il momento più intenso di questa settimana è stato per me quello della Via crucis di venerdì 4 agosto, alle 18, sulla “Colina do Encontro”, un grande spazio verde nel centro della città, dove si trova anche il monumento al Cristo Re.

Abbiamo potuto vivere una magnifica esperienza di preghiera, con i fedeli invitati a meditare sull’amore di Dio e sulla sua misericordia. È stata una delle celebrazioni più significative e commoventi della GMG Lisbona 2023. Papa Francesco ha presieduto quel momento di preghiera, animato dai giovani provenienti da diversi Paesi e culture. I testi della Via Crucis hanno cercato di esprimere le sfide e le speranze dei giovani di oggi, anche teatralmente. Questo bellissimo evento è stato vissuto come una esperienza di comunione, di conversione e di crescita nella fede, in un mondo ferito e bisognoso di speranza.

Secondo le informazioni ufficiali, l’Italia è stata il secondo Paese più rappresentato a questa edizione della GMG che ha riunito circa 1,5 milioni di partecipanti. Durante la GMG sono state rappresentate complessivamente 151 nazioni. Se la GMG è promossa dalla Chiesa cattolica attraverso questi giovani, il grande incontro è aperto anche a tutti gli altri giovani. Per accogliere tanti pellegrini si sono mobilitate più di 7.000 famiglie portoghesi. Gli organizzatori, inoltre, hanno potuto contare anche sulla presenza di circa 30.000 volontari che hanno dato una mano. La GMG rende effettivo il sogno del nostro Fondatore: fare del mondo una sola famiglia in Cristo. È la prova tangibile della destinazione universale del Vangelo.

L’evento è stata un’esperienza di adattamento missionario e di povertà evangelica. Chi partecipa alla GMG non può aspettarsi una sistemazione a 5 stelle. La GMG ci obbliga anche a riscoprire la bellezza della semplicità. Ci sono tante cose che, nonostante facciano parte della nostra quotidianità, non sono né fondamentali né essenziali. La prova è che riusciamo a farne a meno per qualche giorno e ad uscirne indenni. E se potessimo farlo per una settimana, cosa ci impedirebbe di sistemarci senza questi accessori per un periodo più lungo, addirittura per tutta la vita? Molti pellegrini si sono posti queste domande.

Il sabato della grande Veglia abbiamo fatto più di 3 ore di cammino in pellegrinaggio verso il Parco del Tago con il gruppo di giovani che accompagnavo. Si tratta di un’ampia area situata lungo il fiume Tago, vicino al Ponte Vasco da Gama. È stato scelto come sede della Veglia e della Messa finale della GMG per la sua capienza e per la sua bellezza paesaggistica. La Veglia è stata un momento di preghiera, di testimonianze e di musica, presieduto da papa Francesco, che ha invitato i giovani ad essere protagonisti del cambiamento e a non avere paura di sognare in grande.

La partecipazione all’intera settimana della GMG 2023 mi ha offerto una gioia profonda e un sentimento di gratitudine. Fin dalla missione in Mozambico, la mia esperienza nel servizio arcidiocesano della pastorale giovanile di Beira mi aveva già convinto del fatto che i giovani non saranno mai causa persa nella nostra azione missionaria. Quando, nel 2018, avevamo organizzato la prima giornata nazionale della gioventù nella storia della Chiesa mozambicana, la risposta e l’adesione dei giovani ci avevano mostrato che molti di loro trovano senso alla loro vita nella proposta del messaggio evangelico.

Ora, vivendo la GMG, ho potuto rendermi conto che le dinamiche che entrano in gioco sono quasi le stesse anche se, questa volta, su larga scala e in una dimensione internazionale. I volontari mobilitati, la logistica necessaria per il dispiegamento, il tempo di lavoro svolto in anticipo, il coordinamento di tutto questo vasto evento ecclesiale conclusosi senza grossi incidenti, hanno fatto sì che il successo sia stato completo nella sua globalità.



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