Una finestra sull'Africa
I missionari Saveriani friulani che lavorano in Africa sono un bel gruppetto. Non è possibile nominarli uno ad uno. Se non ho fatto male i conti sono una dozzina. Annunciano e testimoniano la "buona notizia" di Gesù in queste nazioni: Burundi, Cameroun, Ciad, Congo, Sierra Leone e presto anche in Mozambico. Padre Fabio D'Agostina di Latisanotta (lui però dice che è di Strassoldo perché ha vissuto · là la sua giovinezza) dopo aver studiato a il portoghese a Lisbona, partirà presto per il Mozambico.
In questa nazione noi Saveriani abbiamo aperto da un paio d'anni due missioni a Dondo e a Chemba. P .Fabio sarà veramente di grande aiuto a quella popolazione martoriata dalle recenti alluvioni. Non ci resta che fargli tanti auguri sperando di ricevere presto sue notizie: le prime impressioni hanno un sapore particolare.
In questa pagina vogliamo ascoltare due voci di giovani Saveriani partiti da pochi anni per l'Africa. Il Continente è lo stesso, ma la situazione politica dei due Stati è tanto differente. Speriamo solo che anche nella Repubblica Democratica del Congo presto ritorni quella calma necessaria per poter vivere da "cristiani". Il Ciad, invece, per il momento, non presenta grosse difficoltà politiche.
"Si cjatin tal Signor"
Fratel Renato Tosatto, dopo un breve periodo più che meritato di vacanze al suo paese, gloriosa patria della "blave di Mortean", è ritornato a lavorare nel Ciad. La parrocchia di Mortegliano ha manifestato il suo affetto mandandogli quasi dieci milioni di lire per la sua missione. Gesto più che cristiano, e che Renato ha saputo gestire quasi miracolosamente. Sentiamo che cosa ha fatto con quel regalo.
"Grazie, all'aiuto ricevuto, ho comprato un autoparlante che usiamo durante la celebrazione delle messe. È indispensabile, visto che celebriamo all'aperto e le assemblee si fanno sempre più numerose, fino a 1500-2000 persone. Da tempo i cristiani si lamentavano perché solo pochi riuscivano a seguire le celebrazioni in modo decente. Il resto dei soldi lo utilizzeremo per poter raggiungere la gente nei loro villaggi. Ci siamo resi conto che diventa indispensabile spostarci il più possibile per poter raggiungere un numero sempre maggiore di persone.
"I nuovi convertiti" stanno aumentando (quest'anno son o stati circa 1000) e le strutture della parrocchia non possono contenerli tutti; e allora bisogna decentrare. Un'altra parte dei soldi ricevuti li ho destinati ai diversi progetti: pozzi, granai, alfabetizzazione. Al mio ritorno qui a TagalDjodo l'accoglienza è stata molto calorosa e sentita. Hanno ringraziato il Signore, nella preghiera dei fedeli, per il fatto che sono ritornato, dopo essermi ben riposato.
Il lavoro non mi manca. Anzi per quanto mi riguarda aumenta. Ora mi hanno anche nominato responsabile per lo sviluppo di tutta la nostra zona. Meno male che la salute tiene bene e il riposo a Mortegliano mi ha fatto bene materialmente e spiritualmente.
Un mandi di cur. Si cjatin tal Signor che simpri al ven dal mieç di nu". Bravo Renato e fa onore al Friuli. Davvero sei stato bravo a fare tante cose con l'aiuto dei tuoi parrocchiani!
Perdono e condivisione
Dalla Repubblica Democratica del Congo, invece, ci viene un insegnamento molto concreto da parte dei cristiani che compongono la comunità che p.Faustino Turco, di Talmassons, coordina. A noi possono sembrare cose dell'altro mondo ... Si tratta semplicemente del Vangelo vissuto concretamente. Lo stimolo vale per tutti.
"Da un anno mi trovo a Bukavu nella parrocchia della cattedrale. Piano piano vengo a conoscenza delle realtà che i nostri cristiani espongono con molta sincerità e drammaticità. E' un territorio di guerra civile invaso ingiustamente dai rwandesi, la zona del Kivu (Est Congo) non è proprio un'oasi di pace. Gli abitanti dei villaggi in foresta tendono a rifugiarsi qui a Bukavu per evitare ulteriori saccheggi, violenze e massacri.
Arrivano a Bukavu contenti di avere potuto scappare e nello stesso tempo incerti perché ignorano come potranno vivere in questa città strapiena di gente e povera di risorse. Di tanto in tanto si sentono spari e i vecchi rassicurano i bambini : "Non preoccupatevi, sono solo esercitazioni militari". Ma in fondo, lo si sa: i soldati entrano nel nostro quartiere, rapiscono coloro che considerano "ribelli" e poi li fanno sparire.
La scorsa settimana ho celebrato il funerale di un trentenne prelevato dai militari poi ricondotto a casa sua. Anche suo padre e suo fratello, qualche mese prima, avevano fatto la stessa fine. In parrocchia cerchiamo di essere testimoni di speranza. Stiamo osservando quanto, giorno dopo giorno, la fede di questa gente oppressa aumenta. Rispondono numerosi agli incontri di preghiera, alle celebrazioni eucaristiche e alle confessioni. Fanno digiuni e novene affinché possano continuare ad avere un cuore capace di perdonare anche l'assassino, il ladro o il maniaco sessuale di turno.
Notiamo spesso lo spirito di solidarietà che spinge a dare, a volte, anche il necessario, come il sale, l'olio o il carburante al vicino di casa pur di mantenere un buon rapporto con lui. Non ci resta che sperare che in questo nuovo millennio il male venga sradicato da questa terra invasa da guerre civili che recano solo vergogna ai figli di Dio".