Un incontro… stupefacente
Quest’estate, i campi di lavoro con i giovanissimi hanno avuto come tema, in sintonia con l’anno giubilare, “Missione Misericordia”. Fra loro, alcuni venivano da un percorso di fede, altri si affacciavano ogni tanto alla porta della comunità, altri ancora vivevano come unica esperienza di “chiesa” la vita al campo missionario.
Giornate ben scandite!
La giornata prevedeva un momento di preghiera, un incontro di formazione, la raccolta di indumenti nelle case (il cui ricavato va a beneficio di una missione), il pranzo condiviso, giochi, laboratori e, alla sera, un momento di preghiera e la cena fraterna con tutta la comunità.
I personaggi biblici che ci hanno accompagnato, a partire dal secondo giorno, erano: Matteo, chiamato al banco delle tasse; la donna sorpresa in adulterio; l’audace Zaccheo che si fa spazio fra la folla per vedere Gesù dall’alto di un albero…
Dopo aver introdotto la “lectio divina”, ci dividevamo in piccoli gruppi per facilitare la comprensione del testo e far sentire la vicinanza dei personaggi, affinché tutti potessero partecipare e condividere.
Parola che parla ai giovani d’oggi
In questo momento di condivisione, assisto a ciò che lo Spirito Santo compie nei ragazzi.
“Vorrei avere il coraggio di Zaccheo! Oggi le critiche ci bloccano e, pur di essere accettati da un gruppo, ci uniformiamo al parere comune e così muore il bello e il buono che sta fiorendo in noi”. “Cosa non farei per vedere Gesù, oggi!”. “Non pensavo che la Parola di Dio potesse parlare alla mia vita, raggiungermi nel vissuto di ogni giorno!”.
“Come può essere che una Parola scritta in tempi così lontani possa avere qualcosa da dire a me oggi?”. “Matteo, Zaccheo, la peccatrice siamo ciascuno di noi, in altri momenti siamo scribi e farisei capaci solo di criticare e condannare!”. “Gesù, l’unico che non giudica nessuno!”. “Matteo, la peccatrice, Zaccheo, hanno potuto ricominciare perché raggiunti dalla misericordia infinita di Gesù”.
La possibilità di ricominciare sempre
Tra il detto e il non detto, colgo in loro emozione, stupore, meraviglia per il fatto che la Parola di Dio parli alla loro vita, faccia emozionare come emoziona un affetto, un’amicizia, una relazione profonda.
Davvero, come ha scritto il Papa, “la Parola ha in sé una potenzialità che non possiamo prevedere” (EG 22).
Arrivano alla mia mente le parole del salmo 118: “Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino…”. Ricordo i due di Emmaus, che si dicevano: “Non ci ardeva il cuore in petto lungo il cammino, mentre conversava con noi e ci spiegava le Scritture?”.
Assieme a questi ragazzi concludo la mia preghiera esprimendo a Dio l’urgente necessità di testimoni della Parola, che facciano incontrare tanti con Gesù, Parola fatta carne che diventa per noi possibilità, audacia, coraggio e desiderio di ricominciare, sempre.