Socializzazione e testimonianza
Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto…” (Lv 19,34). Questo versetto, tratto dal Levitico, introduce il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, festeggiata da tutta la chiesa il 14 gennaio.
Con questo spirito, da qualche anno, a Salerno si celebra questa ricorrenza. Comunità straniere, ospiti di centri di accoglienza, volontari, famiglie, si sono riuniti, accolti dai saveriani, per un pranzo comunitario. È stata un’occasione di socializzazione e testimonianza. Grazie al cammino della festa dei Popoli, giunto al suo decimo anno, si è andata formando una rete di relazioni tra italiani e stranieri, che permette di stare insieme, stringere amicizie e organizzare eventi comuni in spirito di armonia e condivisione. Così è stato anche per il pranzo, organizzato per la Giornata mondiale del migrante. In quest’occasione, i presenti hanno avuto la possibilità di assaggiare le prelibatezze preparate dalle varie comunità straniere: dolci polacchi e georgiani, i sarmale e i vari salumi rumeni, il tajine di agnello del Marocco, i pancit filippini, i broccoli “scoppiettati” campani, il thiebou dieune senegalese e tanto altro…
Abbiamo viaggiato, se pur con la fantasia, in giro per il globo, sentendoci per un giorno cittadini del mondo e parte di un’unica grande famiglia. Anche p. Claudio Marano, missionario per trent’anni in Burundi e ora a Salerno, nel momento di riflessione prima del pranzo, ha richiamato le univoche radici del genere umano: “tutti generati dallo stesso Creatore”. Oltre alle comunità di stranieri che animano la Festa dei Popoli, ogni anno sono invitati migranti e rifugiati ospiti di vari centri di accoglienza della provincia di Salerno. In particolare, al pranzo di quest’anno, hanno partecipato gli ospiti della comunità “Prato Verde”. L’organizzazione dell’evento ha visto protagonisti i laici saveriani di Salerno e i gruppi giovanili, che gravitano attorno alla casa saveriana.
Nel messaggio per la Giornata mondiale del Migrante, papa Francesco afferma che la nostra risposta alle sfide poste dalle migrazioni “si potrebbe articolare attorno a quattro verbi fondati sui principi della dottrina della Chiesa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare”. Il cammino della Festa dei Popoli, il pranzo della Giornata del migrante, la valorizzazione delle festività religiose e civili proprie di ogni nazione, sono azioni che rientrano nell’ultimo dei quattro verbi: integrare. E, a proposito di “integrazione”, riportiamo le parole di Giovanni Paolo II, perché integrazione non è sinonimo di assimilazione, né la soppressione della propria identità culturale. “Il contatto con l’altro porta a scoprirne il ‘segreto’, ad aprirsi a lui per accoglierne gli aspetti validi e contribuire così ad una maggior conoscenza reciproca”.
È proprio questa la strada, riassunta dal termine “interazione”, che le comunità straniere e l’Ufficio migrantes dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno hanno scelto per percorrere il loro ormai decennale cammino.