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Silenzio, linguaggio dell’amore

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Con una scelta molto significativa Benedetto XVI ha voluto dedicare al silenzio il messaggio per l'annuale giornata delle comunicazioni sociali, che si celebra nella solennità dell'Ascensione (il 20 maggio).

Nella nostra società il silenzio sembra irreparabilmente scomparso. Le parole senza peso, i rumori continui, le immagini che passano sotto gli occhi rapide e violente, il traffico convulso sulle strade, i mass media nelle case: tutto sembra avere per sempre sommerso il silenzio sotto uno tsunami di rumore.

Il silenzio porta l'armonia

Ma l'uomo non può avere una vita veramente umana, prendere coscienza di sé e del mondo naturale e soprannaturale, senza la dimensione del silenzio, che non è semplicemente assenza di parole e di rumore, bensì pienezza di pace e armonia di sentimenti.

Il silenzio vero è dunque frutto di ascesi, ma soprattutto dono che si riceve dall'Alto, perché non è solitudine, ma la presenza stessa di Dio in noi. Per questo dobbiamo disporci a riceverlo come un tesoro e a custodirlo come un segreto d'amore. La sua importanza è tale da poter affermare che un uomo vale tanto quanto il silenzio che lo abita. Dal silenzio, infatti, nascono parole vere e sentimenti buoni, desideri puri e azioni sante.

L'ascolto crea comunione

Il silenzio predispone all'ascolto, quindi alla relazione e alla comunione; anzitutto alla comunione con Dio e, di conseguenza, alla comunione con il prossimo. Senza il silenzio, non c'è neppure la capacità di contemplare la bellezza che si esprime in stupore, commozione e gratitudine.

In pratica, la persona silenziosa non è chiusa in se stessa, ma aperta a tutta la realtà che la circonda; coglie in tutti e in tutto il messaggio della verità e dell'amore. Tutti gli eventi della vita, lieti o dolorosi, trovano nella persona silenziosa una risposta adeguata di lode o di pianto; sempre comunque di gratitudine e adorazione verso Dio, Colui che tutto dispone per il bene dei suoi figli.

Il silenzio più eloquente

Davanti a un bambino che nasce o a un uomo che muore, il silenzio colmo di gioia o colmo di dolore, esprime il senso della vita nel suo sorgere e nel suo tramonto, sconfinando sempre nel mistero dell'eterno Creatore da cui la vita proviene e a cui ritorna.

La migliore scuola di silenzio è proprio quella che insegna a guardare l'esistenza umana con lo sguardo della fede, sotto la guida illuminante della Parola di Dio. Nella sacra Scrittura si trova la chiave di lettura di tutte le cose e di tutti gli eventi; si scopre che il vero senso della vita è l'Amore, è Dio stesso. Il riconoscerlo significa acquisire il silenzio più eloquente, proprio quello dell'Amore che si comunica in uno sguardo di luce avvolgente e penetrante.



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