S. Pietro in Vincoli, Un’oasi di pace
Alcuni pensieri in tumulto
Faccio fatica, credetemi, a raccogliermi per scrivere qualcosa di noi, per voi che ci seguite su questa pagina. Nella mia testa e ancor più nel mio cuore rimbalzano le immagini degli scontri tra nazioni confinanti, tra etnie perse nella stessa nazione, tra partiti politici, tra politica e religione, tra una religione e l’altra, tra maggioranze privilegiate e minoranze perseguitate... Che dire poi di ciò che accade negli stadi?
Un esempio tra tanti
Ho sentito che a Sumatra in Indonesia, la missione dove ho passato vari anni di vita, dall’anno prossimo tutti dovrebbero saper recitare il Corano, per essere promossi a scuola o per sposarsi. Tutti, di qualsiasi religione! Naturalmente, queste notizie rimbalzano poi sui mass media impegnati a smerciare informazioni, secondo idee e gusti editoriali.
Incontrandomi con una famiglia islamica, raccontavo i bei ricordi che ho di tanti musulmani conosciuti in missione. Come risposta, mi sono sentito dire che non avevo capito niente, che sono un illuso. Con un elenco di fatti e persone, volevano dimostrarmi tutto il contrario. Perché i figli non si scandalizzassero, ho dovuto bloccarli dicendo loro che... Allah non gradisce la maldicenza.
Qual è la soluzione?
Le proposte che arrivano sono tante e perse. Noi siamo convinti di una cosa: il bene che è in noi deve essere maggiore del male che è negli altri. Senza tanti slogan, mi accorgo che la casa e la comunità dei saveriani di S. Pietro in Vincoli stanno portando avanti un modesto programma, compatibile con le nostre limitate possibilità. Non abbiamo la pretesa di cambiare il mondo, ma solo di fare la nostra piccola parte.
Così continuiamo ad aiutare le parrocchie, i gruppi ecclesiastici e le persone che hanno fiducia in noi. La nostra casa, lontana dal mondo abitato, con il suo parco e le sue strutture, continua a ospitare i ricercatori di pace. Non per fuggire dal mondo ma perché, illuminati dall’ascolto della Parola di Dio e fortificati dalla sua grazia, possano pentare operatori di pace.
Non si rimane mai fermi
Anche la nostra comunità non gode la pace dell’ozio. C’è chi trascorre giornate intere nelle parrocchie di varie diocesi, passando di casa in casa per la benedizione pasquale. C’è chi offre il suo contributo alla diocesi per organizzare e attuare progetti di apostolato, C’è chi, oltre all’impegno di gestire la casa, si rende disponibile a ogni chiamata di aiuto dei parroci. C’è chi non può uscire a causa dell'età o della salute, ma restando in casa accoglie quanti cercano ospitalità e un punto di riferimento. Infine, in questi ultimi mesi, c’è chi ha accolto l’appello del vescovo di Imola per coprire l’incarico vacante di cappellano dell’ospedale cittadino.
Non diciamo tutto questo per turbare la gioia del silenzio. Lo diciamo perché non vogliamo essere soli in quest’opera. Siamo infatti consapevoli che possiamo fare ben poco senza il contributo spirituale, morale e materiale di tutti voi. Ecco quindi l'invito a vivere la Pasqua con la gioia di essere salvati e con l’impegno di essere salvatori. Impariamo dal vangelo: a ogni annuncio di resurrezione, segue l'impegno per la missione.
A tutti, buona Pasqua!