SUD/NORD NOTIZIE
Facciamo il punto
Nepal: aiuti e solidarietà. I saveriani continuano a tenersi in contatto con la Caritas e i gesuiti in Nepal che ogni giorno inviano un comunicato informativo sulla situazione post terremoto. Prosegue l’opera di solidarietà della chiesa, e non solo, per le vittime del sisma, anche nei villaggi più remoti. Mentre si pensa alla ricostruzione, l’obiettivo primario è aiutare il maggior numero di famiglie.
Le vittime del terremoto del 25 aprile, intanto, sono quasi 10mila e più di 20mila i feriti, quasi mezzo milione le case danneggiate, la metà delle quali nella regione centrale del Paese (si può contribuire attraverso “Missionari Saveriani” fino al 30 giugno).
• Nepal /2: nuova costituzione? C’è voluto un terremoto devastante per costringere la conflittuale politica nepalese a cercare di convergere sulla costituzione, documento in discussione da anni, ma finora elemento ulteriore di contrasto più che di unità. Per completare il documento e insieme garantire governabilità al paese, i politici delle varie fazioni stanno valutando un governo di unità nazionale che si impegni su 27 punti comuni individuati come necessari a garantire l’uscita del paese dall’emergenza.
• Polveriera Burundi! Nel giro di pochi giorni si è consumato un tentativo di golpe militare guidato dal generale Niyombare, poi fallito. Manifestazioni quotidiane continuano in diversi quartieri di Bujumbura contro il terzo mandato presidenziale del presidente Nkurunziza. I militari appaiono ancora divisi: alcuni si comportano in maniera corretta, altri invece reprimono con violenza le proteste.
Nel frattempo, almeno 100mila burundesi si sono rifugiati all’estero e nelle province è difficile avere notizie su ciò che succede nella capitale; i mass media non governativi sono stati chiusi.
• Burundi /2: il “no” dei vescovi. Il presidente Nkurunziza ha confermato la data del 26 giugno per le elezioni presidenziali, nonostante gli appelli lanciati da più parti per il rinvio. Anche i vescovi locali hanno chiesto di posticipare il voto. “Se questa situazione perdura, le elezioni non sono possibili. La sicurezza non è garantita e non ci sono radio che possano rilanciare le idee e i programmi di tutti. La chiesa non può sostenere o accompagnare un processo elettorale che non è consensuale e i cui risultati rischiano di dividere i cittadini invece di riconciliarli”. I sacerdoti impegnati nelle commissioni elettorali per valutare la legalità si sono dimessi. Il 31 maggio sarebbe stato sventato un attentato al vescovo di Bujumbura, mons. Evariste Ngoyagoye, durante la processione per la chiusura del mese mariano.
Da approfondire…
• Banche armate.
Parla straniero la classifica degli istituti di credito che mettono a disposizione i loro conti correnti per le grandi aziende d’armi.
La tedesca Deutsche bank, la francese Bnp Paribas e la britannica Barclays controllano oltre il 55% del valore complessivo delle transazioni legate all’export. I dati si ricavano dal rapporto del Ministero dell’economia e delle finanze, riferito al 2014.
Gli istituti di credito non sono più obbligati a chiedere l’autorizzazione del ministero, ora basta una semplice comunicazione via web delle transazioni effettuate.
Tra gli istituti italiani spicca il Gruppo Unicredit seguito da Bnl e Banco di Brescia.
Il Paese che ha usato di più le banche con sedi in Italia per pagare i conti alle aziende d’armi è l’Algeria.
• Legge sui minerali.
Più di 40 ong hanno presentato una petizione all'Unione Europea (UE) per chiedere una legge più efficace sull’estrazione e il commercio dei minerali provenienti dalle zone di conflitto. L’attuale progetto di legge regolamenta l'estrazione, la fornitura e la commercializzazione di quattro minerali (stagno, tantalio, tungsteno e oro) da parte delle imprese europee, ma non obbliga le aziende a comunicare all'UE le catene di estrazione e distribuzione.
