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Nei primi giorni dell'anno nuovo i missionari saveriani delle varie comunità sparse per l'Italia hanno organizzato una "settimana culturale", all'insegna della missione. Una quarantina di missionari, missionarie e laici saveriani, si sono riuniti nella casa di Tavernerio (Como) per dibattere su "Quale Gesù annunciamo in Europa?".

Con l'aiuto di alcuni esperti laici e religiosi, e seguendo il metodo vedere - giudicare - agire, abbiamo approfondito quest'argomento che potrebbe sembrare scontato, ma che è sempre attuale, anche per coloro che sono missionari... di mestiere. Anzi, nella prospettiva della nuova evangelizzazione, questo argomento diventa anche più urgente.

Mostrare il vero volto di Gesù

Se la chiesa oggi vuole rinnovare la sua azione missionaria, qui in Europa e in Italia in particolare, che cosa deve annunciare di nuovo se non il mistero di Gesù Salvatore del mondo e il mistero del Dio Amore? Molti hanno abbandonato la pratica della fede e l'hanno fatto per diverse ragioni, non ultima perché la chiesa non è stata in grado di far brillare davanti ai loro occhi il vero volto di Gesù; quel volto che alcuni greci volevano vedere alla vigilia dell'ultima Pasqua di Gesù: "Vogliamo vedere Gesù", come riferisce il vangelo di Giovanni (12,21).

Anche noi, oggi, vorremmo essere in grado di condurre a Gesù chi chiede di incontrarlo e chi ha bisogno di vederlo. Nel mondo non cristiano noi missionari siamo spesso messi nell'occasione di percorrere con i catecumeni questo cammino di illuminazione. Oggi ciò è frequente anche qui, nelle terre cosiddette cristiane.

Ci rendiamo però conto che spesso noi stessi non siamo capaci di fare questo cammino: a volte perché non abbiamo parole convincenti; altre volte perché non conosciamo più il linguaggio della gente e le nostre parole rimangono... in aria; altre volte perché la nostra conoscenza di Gesù non è così personalizzata e intima da trasparire spontaneamente dalla nostra vita; altre volte ancora perché la comunità cristiana non riesce a mostrare la presenza di Gesù, benché essa sia il Corpo mistico di Cristo.

Saper dire bene il vangelo

In una cultura che non è la nostra, siamo costretti a cercare di trovare le parole e i gesti migliori per far conoscere Gesù. In Italia invece - un po' perché qui siamo nati e un po' perché il cristianesimo è qui un'eredità antica - noi rischiamo di non saper più "dire Gesù" con convinzione e credibilità. Dobbiamo arrenderci all'evidenza che la storia moderna dell'Europa e dell'Italia ha preso delle direzioni che si allontanano da Gesù e dal suo vangelo.

Ma oggi vediamo che, dopo tanti altri salvatori promessi e mai arrivati, i nostri conterranei sentono il bisogno di Qualcuno più vero e più vivo, che dia una risposta verace e convincente alle loro attese. La tecnica, la scienza e la stessa filosofia hanno molte risposte per i bisogni d'oggi, ma i veri interrogativi rimangono inevasi.

Ecco allora l'opportunità di riprendere anche il vangelo della salvezza: "In nessun altro c'è salvezza che in Gesù" (At 4,12). Non lo diciamo con rassegnazione e quasi a malincuore, ma con la gioia convinta di chi ha trovato il tesoro ed è pronto a vendere ogni altro bene per poterlo comprare.

Ne siamo certi e convinti...

Alla conclusione della "settimana culturale", siamo rimasti con alcune certezze: che siamo noi missionari i primi ad aver bisogno di essere di nuovo evangelizzati, per conoscere il Salvatore e rinnovare l'esperienza di lui; che dobbiamo esplorare ogni possibile via per annunciare e far conoscere il nome di Gesù, "dolce ricordo che dà la vera gioia del cuore", quella gioia che non viene mai meno, neppure quando le preoccupazioni della vita quotidiana sembrano chiudere l'orizzonte della nostra vita; che scopriremo Gesù nei volti sfigurati dei nostri fratelli e sorelle, se lo libereremo dalle incrostazioni della storia e della cultura che si sono depositate su di lui, come ci ha invitato a fare il filosofo Salvatore Natoli, aprendo i nostri lavori.

Siamo poi rimasti convinti che, solo se Gesù sarà l'oggetto del nostro amore, noi potremo annunciarlo: l'innamorato scopre il volto e la voce della persona amata ovunque si trovi. La missione, infatti - e questa è un'altra certezza - è andare alla ricerca di questo Volto che si trova nascosto anche nelle religioni non cristiane e che quindi può essere mostrato e rivelato ai nostri fratelli non cristiani.

Solo chi ama vede l'Amato ovunque, anche dove altri non vedono nulla di nulla.



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