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Patrick Zaki è stato ospite a S. Cristo il 12 dicembre, ospite del Coordinamento provinciale degli enti locali per la pace e la cooperazione internazionale, della rivista “Missione Oggi” dei Saveriani, insieme a molte realtà locali (Acli, Adl Zavidovici, Amnesty international, Arci, Ccdc, KPax, Libera, Movimento nonviolento, Nuova libreria Rinascita, Opal, Pax Christi e Bancaetica).

Davanti ad un pubblico numeroso, ma ordinato e attento, Patrick ha presentato il suo primo libro “Sogni e illusioni di libertà. La mia storia”, edito da Nave di Teseo. Ha ripercorso alcuni momenti dei due anni di prigionia e tutto l’iter giudiziario che l’ha coinvolto. Lo studioso e scrittore egiziano non ha mancato di ringraziare per il sostegno ricevuto dall’Italia e dall’Università di Bologna, esprimendosi in inglese reso perfettamente in italiano dalla traduttrice al suo fianco. È stata anche l’occasione per consegnare fisicamente il premio “Brescia per la Pace 2021”, conferito solo simbolicamente all’allora studente Zaki durante il Festival della Pace. Il riconoscimento quel giorno venne ritirato dal portavoce di Amnesty International mentre Zaki era rinchiuso in una cella della prigione de Il Cairo.

L’attivista avrebbe dovuto essere anche il testimonial del Festival della Pace 2023. Poi, un post in cui definiva il presidente Netanyahu “serial killer” poche ore dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, gli è costato la revoca di questo ruolo simbolico. Il 12 dicembre Patrick è tornato sull’argomento, spiegando meglio il proprio pensiero in modo pacato, ma fermo. “I palestinesi non sono trattati come esseri umani. Mi hanno dato del filo Hamas, con cui io non ho nulla da spartire. Non dimentico i civili israeliani nelle mani dei terroristi e spero che siano presto liberati. Ma ho scelto di essere la voce dei civili palestinesi, la voce di chi non ha voce. E continuerò ad esserlo. Gli eventi del 7 ottobre in Israele non arrivano dal nulla e sono un prodotto dell’odio. La guerra di Israele non è contro Hamas, ma contro il popolo palestinese. Viviamo un momento critico per quanto riguarda la libertà di parola anche in Italia. Mi dicono che sono il portavoce di Hamas, ma io sono tutto il contrario. Sono stato in prigione per le mie opinioni e non mi farò intimidire. Continuerò a dire quello che penso e a difendere i diritti civili. Non mi faranno cambiare idea”.

Roberto Cammarata, organizzatore del Festival della Pace e Camilla Bianchi, assessora del Comune di Brescia alla Transizione ecologica, all’Ambiente e al Verde, hanno consegnato a Patrick Zaki la Vittoria Alata, simbolo della città.



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